Non si vive di solo Zelig: Claudio Bisio ritorna spesso al teatro per dare voce alle idiosincrasie, alle domande, alle inquietudini dei personaggi che il suo autore di culto Daniel Pennac sembra cucirgli addosso.
Le irriverenti, divertenti, a volte grottesche, parole che popolano l’universo letterario di Daniel Pennac prendono vita affidate all’irresistibile verve di Claudio Bisio.
Dopo gli stralunati personaggi della saga Malaussène, l’artista piemontese di nascita, ma milanese di adozione, torna a Pennac con un testo, il primo scritto appositamente per il teatro e pubblicato in Italia nel 2004, in cui l’autore francese riflette con brillante amarezza sul concetto di “gratitudine”.
Protagonista è uno scrittore, vincitore di un importante premio letterario, assegnatogli “per l’insieme della sua opera”, che decide di pronunciare, rivolto alla platea di una sala teatrale, la parola di rito: “Grazie!”. Ma quella che appare a noi una consuetudine, affidata all’estro di Pennac, diventa l’occasione per il brillante e ironico ritratto di un uomo confuso, nevrotico e contorto, ma al tempo stesso esilarante, che in realtà non sa chi ringraziare, non sa come ringraziare: confessa di essersi preparato un discorso (che forse non leggerà mai); candidamente ammette di aver visto consegnare Palme, César, Oscar, Orsi, Leoni, per fare apprendistato, prendendo appunti e traendo, alla fine, la conclusione che il ringraziamento è “un genere a sé”. Si abbandona così a una sorta di lucido delirio della memoria per ripercorre le tappe dell’esistenza che l’hanno condotto a quel momento e alla fine, passando attraverso un grottesco elenco di “regole del ringraziamento”, in un tourbillon di stati d’animo e sentimenti, tributa il suo omaggio alla scrittura e al pubblico.
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Regia:
Giorgio Gallione
Autore:
Daniel Pennac
Produzione:
Teatro dell'Archivolto
Protagonista:
Claudio Bisio
Durata:
100 minuti
Numero atti:
1
Anno di produzione:
2004