Lo spettacolo si propone di tracciare un ritratto non solo teatrale, ma anche umano e di costume del grande autore-attore, troppe volte rappresentato in un facile e fuorviante cliché di comico romanesco. Non fu certo un caso che Petrolini mettesse in scena le sintesi futuriste e che Marinetti lo proclamasse “grande attore futurista”.
“Io, Ettore Petrolini” rappresenta anche l’uomo con il suo rapporto profondo con Roma, dov’era nato in un vicolo vicino a Via Giulia, il suo orgoglio ma anche la sua malinconia, il suo sguardo lucido sulle debolezze umane, ma anche la sua fiducia nella dignità degli uomini.
Riso e malinconia, realtà e memoria, verità e finzione, si alternano nella pièce. La commedia, opera di un autore che è anche uno studioso di Petrolini, avendo curato l’edizione più completa e più fortunata delle sue opere, coniuga il ritratto artistico e umano dell’attore-autore con quello dell’irresistibile narratore di facezie, barzellette, “colmi”, come egli li chiamava.
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Regia:
Francesco Branchetti
Autore:
Giovanni Antonucci