Mandragola non è solo una perfetta macchina comica ma anche una perfetta metafora della profonda ignoranza di un intero popolo che non vuole vedere la meschina astuzia dei pochi facoltosi oligarchi che lo governano. Allora lo stesso perfetto ingranaggio comico inizia a trascendere la vicenda dei meschini protagonisti e a parlar direttamente a noi... di noi. Al di là della facile ironia - facile anche perché arricchita quotidianamente da una cronaca politica che ha ormai sfondato i limiti del tragicomico- mi pare d’avere scorto un altro livello che sta sopra i movimenti dei protagonisti maschili: l’amore che è istinto vitale all’immortalità. L’amore, la pro-creazione o la creazione, anche artistica, ci danno l’illusione di lasciare qualcosa di nostro su questa terra, quando verrà il momento di lasciarla. E allora, a ben vedere, questo marito cornuto e felice racconta un po’ tutti noi, nella nostra più intima coglioneria di voler possedere qualcosa per sentirci vivi.
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Regia:
Jurij Ferrini
Autore:
Niccolò Machiavelli