Due vite sospese, quelle di Odoardo e Rocco (padre e figlio), a causa di un evento tragico che vent’anni prima ha sconvolto la loro vita. Due mondi paralleli dove rifugiarsi per non pensare: il “troppo” per il padre, con la sua maniacale attività frenetica, e il “nulla” per il figlio, che fa passare così le sue giornate inesorabilmente, che si rifiuta di diventare adulto, una rinuncia alla vita. Due mondi paralleli che s’incontrano-scontrano per una resa dei conti quotidiana, in un luogo-non luogo, dove anche il tempo non è definito, potrebbe essere oggi come vent’anni fa, e la quotidianità è solo illusoria. In questa illusione rientrano gli oggetti di scena e i costumi, anche loro idealmente “sospesi” e anonimi, non ci sono colori forti, ma delle tonalità tenui, non invadenti.
Le musiche, infine, accompagnano i due attori con delle note accennate, identificando il padre e il figlio in due strumenti: il sax baritono e il sax soprano, e anche questi non vanno quasi mai insieme. L’unica
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Regia:
Pino L'Abbate
Autore:
Pippo Cangiano