Prosa
LA SVEGLIA

Il conflitto padre-figlio è u…

Il conflitto padre-figlio è u…
Il conflitto padre-figlio è un argomento che, ancor prima delle teorie psicoanalitiche, ha ispirato i più grandi drammaturghi, da Sofocle a Pasolini. Pippo Cangiano, attore di grande duttilità e variegata esperienza teatrale, scrisse, qualche anno fa, “La Sveglia”, un dramma anch’esso ispirato a questo conflitto tragico ed ancestrale, senza, però, portalo in scena, facendolo, anzi, decantare nel suo cassetto, in attesa di un’occasione giusta per farlo gustare. Finalmente, in questa primavera 2009, questa occasione è arrivata, grazie al Teatro ELICANTROPO che ospita lo spettacolo, e a due giovani artisti quali Pino L’Abate e Luca Saccoia che, rispettivamente, ne sono regista e cointerprete con lo stesso Cangiano. Certo gli anni sono passati, e se per sé l’autore aveva originariamente creato il personaggio di Rocco, il figlio, ora sulla scena veste i ruoli del genitore, un uomo apparentemente rampante, un finto vincente di cui il figlio, cialtrone e senza interessi, rappresenta lo specchio che gli rimanda indietro la sua sconfitta umana. È un confronto, quello tra i due uomini, perennemente acceso, entrambi non perdonano all’altro la propria natura debole e meschina, così simile nell’essenza quanto opposta nell’apparenza, ed entrambi portano dentro un profondo senso di colpa per qualcosa che esploderà nella sua verità in maniera tragicamente chiarificatrice. Il testo risulta calibratissimo nello stile sempre in bilico tra humor nero, dramma esistenziale e tragedia moderna, il linguaggio diretto e non artificioso opera un’identificazione efficace e a tratti disturbante per il pubblico che assorbe i battibecchi fra i due tra il sorriso ed il dolore, grazie ad una regia che lascia agli interpreti l’assoluta espressività del dramma, senza virtuosismi ed orpelli. Gli interpreti assolvono, da parte loro, questo compito con eccezionale efficienza, senza concedere nulla al facile gigionismo, nemmeno nel tragico monologo finale di Rocco, interpretato splendidamente da Luca Saccoia, che in questo ruolo offre una delle sue prove più mature. In quanto a Cangiano, egli è sicuramente coinvolto in maniera viscerale nell’interpretazione di questo genitore, ruolo che arriva dopo l’esperienza del padre-orco interpretato in “’Nzularchia” per la regia di Cerciello. Qui, a differenza de quell’altro ruolo, l’attore esprime un padre violento, sì, ma assolutamente inconsapevole delle proprie colpe, stordito da rampantismo e mediocrità. Uno spettacolo che “sveglia” in tutti noi, che siamo o siamo stati figli, ed in chi è padre, una presa di coscienza lancinante e profonda, ma assolutamente inevitabile. Napoli, TEATRO ELICANTROPO - Maggio 2009
Visto il
al Elicantropo di Napoli (NA)