Sembra un bazar con in mostra tanti animali di legno che pensano, agiscono e parlano: un corvo, una cicala, una rana, una gru, una volpe, un lupo, una cicogna.
Si stendono tante tovaglie con sopra ricamati gli oggetti più disparati: un’ampolla, una chitarra, un travicello, un piatto, un grappolo d’uva. Non sono né un bazar né una tovaglia. Sono Copertina e pagine di un grande libro di favole scritte da Fedro in età antica in cui gli animali sono protagonisti. E da qui comincia il grande gioco delle spiritose combinazioni tra animali ed oggetti interagendo con i bambini. Da qui Fausta Manno e Gianni Silano con parole e canzoni animando animali ed oggetti cominciano a raccontare. Storie brevissime ma dense di significati che racchiudono una sapienza spicciola che ci dicono dei vizi e delle virtù degli animali che sembrano uomini.
La tecnica di narrazione è quella del centone da cantastorie che vede la favole tra loro inanellate con improvvisi sconfinamenti ed improvvisazioni.
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