L'opera si ispira a un fatto di cronaca realmente accaduto: la vicenda di Antonietta Frapolli, signora milanese rapita dai corsari nel 1805, portata nell’harem del Bey di Algeri Mustafà-ibn-Ibrahim e poi ritornata in Italia.
Rossini, appena ventunenne, riprese lo stesso libretto (con alcuni cambiamenti affidati a Gaetano Rossi) e compose l’opera in tutta fretta. Per la perfetta commistione fra sentimentale, buffo e serio, l’opera è stata definita da Stendhal come "la perfezione del genere buffo".
Il melodramma venne rappresentato per la prima volta al Teatro San Benedetto di Venezia ed ebbe subito un ottimo successo.
L’opera rimase in repertorio, in Europa e negli Stati Uniti, per quasi tutto l’Ottocento, anche quando la diffusione delle opere rossiniane era ormai in deciso declino. La prima ripresa novecentesca risale all’edizione torinese del 1925, che destò l’entusiasmo di Richard Strauss, e da allora, L’italiana è rimasta, insieme a Il barbiere di Siviglia, a La Cenerentola e, in misura minore, al Guglielmo Tell, una delle opere di Rossini più rappresentate nel repertorio dei teatri lirici di tutto il mondo.
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Direttore d'orchestra:
Giancarlo Andretta
Regia:
Bepi Morassi
Scenografo:
Massimo Checchetto
Autore:
Gioachino Rossini
Costumista:
Carlos Tieppo
Tecnico luci:
Vilmo Furian
Durata:
175 minuti
Numera atti:
2
Anno di produzione:
2019