Forti e fragili al tempo stesso, vanitosi e bisognosi di conferme: i maschi esaltano la virilità e nascondono la tenerezza, giocano in gruppo e sono individualisti. Al mondo maschile, alle sue contraddizioni e alle sue sottigliezze è dedicato Lonesome cowboy, lo spettacolo di Philippe Saire, considerato uno dei più importanti coreografi della vivace scena della danza contemporanea svizzera. Con una partecipazione emotiva che ricorda i rapporti teneri e erotici nello sperduto villaggio dell'Arizona nell'omonimo film di Andy Warhol, in cui personaggi si travestono e giocano tra sessualità e religione dissacrata, vagando in un west desolato tra desiderio, esperienze carnali e identità sessuali. Così la nudità di Saire evoca quella originaria sessualità dei cowboy di Warhol, il cui film è entrato a pieno titolo nella cronologia del '68.
La potente coreografia di Saire è divisa in due parti: la prima mette in evidenza le dinamiche di squadra di un gruppo di sei danzatori in spettacolari ed emozionanti sequenze; la seconda indaga invece il rapporto fra due uomini. Emergono così le tensioni più profonde della natura maschile, dove oltre alla conflittualità emerge un forte bisogno interiore, uno slancio psicologico e fisico che si traduce nella necessità di fondersi nel gruppo e allo stesso tempo di separarsi dalla nuova entità creata.
Si tratta di un'analisi intima e privata, e al contempo sociale e collettiva. E' in questo scontro di forze e di pressioni dalla diversa natura che affiora per Saire il ricordo della separazione dalla simbiotica unione materna, momento in cui l'essere umano diventa realmente solo, provando una paura e un senso di abbandono che si porterà dietro per tutta la vita.
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Regia:
Philippe Saire
Autore:
coreografia di Philippe Saire