“Dopo quindici anni di assenza – lontana da casa e da sua madre Teté – Lucrezia torna a reclamare il rene che da bambina ha donato al fratello minore Luca; in una lettera dice che lo ha prestato. Il marito di Lucrezia si trova ricoverato in ospedale per la dialisi, nella stessa situazione di Luca da piccolo. Restituendo quel rene Luca salverebbe la vita al marito della sorella, perdendo naturalmente la sua”.
Potrebbe sembrare il plot di una telenovela eccessiva, storta, deformata; ed è proprio da questo materiale che Spregelburd ricava un universo comico, paradossale e in continuo movimento. La sua comicità non è mai banale, è caustica, spietata, scorretta verso gli abitanti di quella parte del globo che risponde al nome di “occidente”. Sbugiarda i falsi valori e l’ipocrisia su cui si impernia il nostro patto sociale. È un autore capace di far ridere a differenti livelli, di nascondere il senso per tutto lo spettacolo per mostrarlo solo al momento opportuno, occultandolo tra significati provvisori, che poi in scena vengono continuamente smentiti.
Spregelburd parla di noi, di una umanità che ha perso ogni contatto con il mondo reale e si diverte a mostrarci la sua anti-tragedia. In Lucido si mescolano la fantasia di Spregelburd nel costruire storie per la scena, l’originalità nel tratteggiare un iper-realismo, la peculiarità del suo linguaggio.
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Produzione:
Progetto U.R.T.
Regia:
Jurij Ferrini
Autore:
Rafael Spregelburd
Protagonista:
Rebecca Rossetti, Agnese Mercati, Federico Palumeri, Jurij Ferrini
Durata:
120 minuti
Numera atti:
1
Anno di produzione:
2018