Le letture in chiave psicologica di Medea portano a considerare questo personaggio il prototipo dell'eroina combattuta tra il rancore per il proprio uomo e l'amore per i propri figli; le analisi sociologiche tendono a trasformare la principessa della Colchide in una sorta di "pioniera" del movimento femminista. Se si cerca di restituire alla tragedia il suo autentico significato 'politico', ci si accorge però che Medea tende dunque a presentarsi non tanto come una donna lacerata dall'amore o come una femminista ante litteram, quanto piuttosto come una 'minaccia', e per di più come una 'minaccia' che incombe imminente sul pubblico. Sin dalla prima lettura dell'opera risulta evidente che l'inganno è la principale arma della principessa barbara: ella non raggira soltanto Creonte, Giasone ed Egeo, ma cela i propri intenti anche al coro svelando solo all'ultimo il proprio segreto proposito di uccidere i figli avuti da Giasone.
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Costumista:
Jacques Reynaud ripresi da Gianluca Sbicca
Protagonista:
Franco Branciaroli
Scenografo:
Francesco Calcagnini riprese da Antonella Conte
Attore:
Franco Branciaroli
Regia:
Luca Ronconi ripresa da Daniele Salvo
Autore:
Euripide
Produzione:
Piccolo Teatro Milano, CTB - Centro Teatrale Bresciano, Teatro de Gli Incamminati
Durata:
120 minuti
Numera atti:
1
Anno di produzione:
2017