Nel titolo il genitivo latino del nome (Medea, ae,ossia "di Medea": un intenso e delicato susseguirsi, legato da un filo di sangue,di quanto la letteratura di ogni tempo abbia dedicato a Medea.È il viaggio di Medea,la visione "globale" del ruolo che questo personaggio ha avuto nel corso dei secoli. Tutti gli autori che ne hanno scritto,sono stati di supporto al riadattamento del testo che va in scena leggero, lineare,moderno nell’essenza e nella messa in scena. Persa la dimensione abituale,rompendo la “quarta parete”,lo spettatore è al centro della vicenda,proprio come succede nell’animo di Medea, costretta da tutta l’eternità a rivivere il suo dramma ogni volta che il teatro lo chiede,o meglio ogni volta che il “dovere di catarsi” richiama l’essenza di un personaggio teatrale.
In scena sette Medee,che rivivono il tormento dell’uccisione come estrema ratio,fino a giungere all’epilogo che chiude il cerchio,che presagisce un nuovo inizio…
MEDEA: libera, magica e orgogliosa creatura!
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