Diana Goodman è in apparenza una tranquilla casalinga che vive nella periferia americana, così come del tutto normale sembra la sua bella famiglia. In realtà, la donna soffre di disturbo bipolare accompagnato da allucinazioni, derivanti da un trauma vissuto sedici anni prima. Suo marito Dan, architetto, si impegna per mantenere la sua famiglia stabile, ma questa lotta diventa sempre più problematica, specialmente quando Diana decide di smettere di prendere le pillole prescritte dal suo psichiatra. Dopo diversi tentativi fallimentari di arginare la patologia, mediante sedute di psicoterapia, Diana si spinge fino a tentare il suicidio. Su suggerimento di un nuovo medico curante, viene convinta dal marito a sottoporsi a terapia elettroconvulsiva (elettroshock) che però le provoca amnesie. La relazione di Diana con la figlia Natalie peggiora, perché l'adolescente, in una fase così delicata della crescita, si sente invisibile agli occhi della madre, che a lei sembra preferire il fratello.