Uno spettacolo tra realtà e favola, ispirato al racconto "Zuppa di latte" del fondatore di Slow
Food, Carlo Petrini.
I suoi ricordi partono dalle latterie, dagli avventori che vi andavano a mangiare, dai personaggi che
lì si potevano incontrare, ed è dallo stesso luogo che prende avvio il nostro racconto: una latteria
dimenticata, come sospesa in una bolla di eterno presente. In una latteria anni '70, una famiglia di
lattai e i loro clienti abituali parlano di ciò che era, di ciò che è e di ciò che sarà senza distinzione
tra passato, presente e futuro. Le tradizioni e l'attualità, i progetti e le speranze, il dialetto e la
lingua "colta", la filosofia popolare e la poesia del cibo: di questo si parla nella latteria dei Menghi,
nell'attesa che ritorni il figlio che "hanno mandato a studiare", Carlin.
In questa attesa dai toni beckettiani, in questo tempo quasi cristallizzato nella continua
riproposizione del quotidiano, mamma Maria legge le lettere del figlio con apprensione;
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