Di Grazia continua la ricerca sulla trance e gli stati di coscienza alterati mescolandosi alle passioni immaginarie di “un’Italia con un corpo aperto”. Alexandre Roccoli con l’attrice, cantante e musicista di origine calabrese Roberta Lidia De Stefano, nello spettacolo Di Grazia, firmano a due mani un ritratto di una donna plurale, attivista del suo tempo spesso in trasformazione.
Per questo progetto, Roccoli ha radunato attorno a sé oltre alla plasticità vocale di Roberta Lidia De Stefano, la sua fedele squadra: Séverine Rième e Benoist Bouvot, musicista-compositore.
Di Grazia, alla maniera di un’autopsia, cerca di riaprire quelle ferite di storie di donne attraverso canzoni antiche cantate, inghiottite, gridate in diversi dialetti dell’Italia dal sud, conducendo dal mondo antico verso un mondo futuro, dove il corpo diviene dissociato in un mondo digitale.
La lenta catarsi propria del teatro può operare nuovamente grazie a questo “teatro anatomico di passioni”.
Nel corso della messinscena di Di Grazia sarà proiettato il video