Pelléas et Mélisande, la sola prova teatrale in cui Debussy si sia cimentato, trae origine dal dramma di Maurice Maeterlinck, un’opera profondamente imbevuta del simbolismo letterario francese. Debussy mantiene la forma originaria del dramma in prosa, lasciandolo pressoché inalterato: conserva così le suggestioni di un linguaggio poetico basato sulla reticenza, sul mistero, sugli accenni sfumati ed evocatori. E si forgia un linguaggio musicale adeguato, a cominciare dallo stile vocale. Il canto, nel Pelléas, è ispirato a un tono di conversazione: un declamato lirico, rispettoso della prosodia, un’intonazione fluida e parlante, ma sfumata e riccamente espressiva al tempo stesso.
In partitura, Debussy dissemina una fitta rete di motivi conduttori, che è affidata alla sola orchestra e impiegata in funzione di raccordo psicologico; i personaggi risultano così ben definiti e acquistano in concretezza e credibilità, nonostante le reticenze e le ambiguità simboliste del testo drammatico. I timbri orchestrali preziosi, i procedimenti arcaizzanti dell’armonia creano atmosfere della massima raffinatezza e sospendono la vicenda al di fuori di un tempo e di un luogo definiti, suggerendo la dimensione evanescente del sogno. Offrendo un nuovo modello drammatico e un linguaggio musicale profondamente innovativo, l’opera di Debussy ha inciso profondamente sul teatro lirico del Novecento.
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Regia:
Pierre Médecin
Autore:
claude debussy