Due donne e un uomo, rinchiusi in un salotto per l’eternità. Quel salotto elegante e perbene è l’aldilà, e la loro convivenza è la condanna dopo la morte, perché “l’inferno sono gli altri”. Jean-Paul Sartre scrive “A porte chiuse” (“Huis clos”) nel 1944, firmando uno dei capolavori della drammaturgia europea: un serrato dialogo fra tre morti che protraggono la loro pena semplicemente rigettandosi in faccia verità scomode. Una metafora delle relazioni sociali e della stessa identità, formata dalla prospettiva degli altri. Un’intuizione che rimane sempre potente per la sua capacità di descrivere i rapporti umani e dunque le aberrazioni e forzature del giudizio altrui, anche 70 anni dopo, nell’epoca in cui il “controllo” dell’altro passa impietoso e violento attraverso i media e i social network.
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Regia:
Andrea Adriatico
Produzione:
Teatri di Vita
Autore:
Andrea Adriatico, Stefano Casi
Protagonista:
Teresa Ludovico, Francesca Mazza, Leonardo Bianconi
Durata:
80 minuti
Numera atti:
1
Anno di produzione:
2015