“Noi dobbiamo accettare il peso di questo tempo triste: dire ciò che sentiamo e non ciò che conviene dire”. È ciò che dichiara Edgard sul finire di una tra le più grandi tragedie della storia del teatro, che il Bardo scrive intorno al 1605. Ma per raggiungere questa consapevolezza capace di distinguere la parola falsa dalla parola vera, l’uomo ha dovuto passare attraverso la violenza, il dolore, la sopraffazione, la follia e la morte. Ecco cos’è e cosa rappresenta oggi il Re Lear: un cammino crudele verso il centro dell’uomo. L’uomo si libera, dolorosamente, degli strati di cui egli stesso si è vestito per sembrare “uomo” e scopre che, al termine, libero da finzioni, non c’è nulla, non c’è nient’altro che l’uomo nudo e solo, un verme della terra. È un viaggio senza speranza né redenzione né ritorno. Lear da re non vede, non sente, non distingue la vuotezza e la falsità dal vero, né riusciranno Kent, Cordelia e il Matto a far sì che egli veda.
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Regia:
Riccardo Magherini
Autore:
William Shakespeare