Quali viaggi è costretto a fare Tommy dentro di sé al momento in cui, da un giorno all’altro, uno starnuto continuo inizia a tormentarlo notte e giorno, ovunque? Quali perlustrazioni al fondo della propria vita deve affrontare, col candore di uno che si trovi a penetrare nel folto di una foresta senza essersi mai azzardato a superare la soglia di casa? Eppure, una simile impresa gli tocca, e quel che gli tocca è la materia del nostro racconto, poiché lo starnuto è vero che non cessa mai, ma non è vero che lo perseguiti dappertutto. Un luogo franco c’è, un rifugio in cui per miracolo l’affezione, evidentemente psicosomatica, molla la presa. E’ lo sgabuzzino di casa. Qui Tommy può rifiatare. Addirittura, conversare. Cosa che fa: con qualcuno che da fuori insiste a spingerlo in una detection nel labirinto della memoria per venire a capo di quell’assurdo starnuto come se si trattasse di un sortilegio da esorcizzare. E qualcosa, infatti, emergerà. Qualcosa, soprattutto, accadrà
G. Russo
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