PASQUA è del 1900. Il “ mistero “ si sviluppa ritualmente, in tre atti scanditi come giovedì, venerdì e sabato santi; ma nonostante questo e i suoi densi riferimenti biblici, ha un'ambientazione borghese piuttosto modesta. Vi si narra, infatti, dei membri della famiglia Heyst che vivono nell'ombra di un padre inetto, finito in prigione “per orgoglio“, e di un loro temibile creditore, Lindkvist, che nell'immaginario di quei derelitti si trasfigura in un orco. Nel terzo atto,però, Lindkvist rimette inopinatamente i debiti in memoria d'una gentilezza ricevuta in gioventù dal vecchio Heyst. Così egli si rivela “il gigante che spaventa i bambini affinchè facciano i buoni” e lo spirito correttore che devasta l'orgoglio di Elis, che viene dunque ammaestrato dalla lezione della carità. In questo dramma “d'atmosfera grave”, ma per tanti aspetti surreale e non senza spunti dostoevskiani,si assiste a una regressione all'infanzia di una umanità smarrita e dolente di fronte ai misteri della vita
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