Don Felice Sciosciammocca, sciocco e danaroso provinciale, giunge a Napoli con la moglie al seguito per incontrare lo scapestrato nipote Ciccillo che egli ha mantenuto agli studi e che ora gli fa credere di essersi laureato in psichiatria e di dirigere una clinica di malati di mente. Nulla di vero, ovviamente; ma per convincere lo zio e continuare a spillargli denaro, il giovanotto pensa di spacciare per casa di salute la pensione in cui egli vive allegramente con un amico. Innescato così il filo narrativo conduttore, liberamente ispirato come molto teatro napoletano d'allora a una trama proveniente d'oltralpe, Eduardo Scarpetta (1853 - 1927) ne ricava un fuoco di fila di comicità, facendo leva sulle situazioni in cui viene a trovarsi il candido Sciosciammocca che scambia per matti più o meno pericolosi gli ignari ospiti della pensione, i quali costituiscono un'esilarante galleria di tic e caratteri umani. Scritta nel 1908, Il medico dei pazzi è una commedia che mette in scena in modo gioioso il rapporto tra normalità e follia. Capolavoro del teatro napoletano, reso celebre anche dal film interpretato negli anni Cinquanta da Totò, la commedia ha al proprio centro la maschera popolare di Sciosciammocca, inventata da Scarpetta come una versione umanizzata di Pulcinella, e trova ancora una volta in Carlo Giuffré il suo interprete più attuale e convinto che proprio nella tradizione napoletana vada trovata l'essenza del teatro italiano. ("Corriere della Sera").