“…non si dà vita invano a un personaggio. Creature del mio spirito, quei sei già vivevano d’una vita che era la loro propria e non più mia, d’una vita che non era più in mio potere negar loro”.
Nella prefazione all’opera l’autore descrive la sua volontà di non limitarsi a rappresentare delle figure per il solo gusto di rappresentarle, a narrare delle vicende per il solo gusto di narrarle a descrivere un paesaggio per il solo gusto di descriverlo, ma della sua necessità di ricercare sempre l’appagamento di un profondo bisogno spirituale che non ammette figure, vicende e paesaggi che non s’imbevano di un particolare senso della vita, che non acquistino un valore universale. La ricerca di una natura più propriamente filosofica. Pirandello descrive come sia inappagabile il bisogno spirituale se non in vista di un concetto che si fa o cerca di farsi immagine.
Il tentativo di questa messinscena sarà appagare quel bisogno spirituale, ironicamente e con leggerezza. Giancarlo Fares
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Regia:
Giancarlo Fares
Autore:
Luigi Pirandello