Un uomo e una donna si incontrano in un cimitero. Lui sembra essere giunto lì in anticipo per il funerale della nonna. Lei sembra esserci capitata per caso. In un tempo bergmanianamente nullo, si trascina una conversazione laconica, minimale, che affonda in un passato imperscrutabile e rivela l’attrazione dell’uomo per la morte. D’un tratto, in un tempo drammaturgicamente opportuno, giungono la madre e padre dell’uomo: lui un uomo labile e molle, incapace di qualsiasi decisione; lei una madre anaffettiva, petulante, ossessiva e iper-protettiva, che rimprovera il figlio di voler semplicemente sparire, di volersene andare, di volerli dimenticare, ripetendogli che se andrà via con la donna, lui morirà. Tutto accade e niente accade nello spazio di un’attesa che si prolunga all’infinito, in cui passato presente e futuro, vita e morte si sovrappongono finendo nell’indistinto. Fino a che, così come si vive, l’uomo si alza e muore, senza lasciare alcuna traccia di sé.
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Regia:
Alessandro Machìa
Autore:
Jon Fosse