Ci sono certi luoghi, che se visti con certi occhi, in certe ore della giornata, diventando nostri; noi li catturiamo con egoismo, e poi li nascondiamo dentro di noi. Durante le lunghe ore di solitudine, attraversiamo paesi lontani e viviamo in epoche remote. I ricami di una vita insolita e misteriosa, quella di un uomo che ancora sogna, sfiorano senza ferire, la semplice esistenza di una giovane fanciulla che trascorre i giorni legata a sua nonna con una spilla da balia. La sua soavità incontra un torturato e pesantissimo cuore, e ne ride di curiosità e tenerezza.
Con “Le Notti Bianche” ariaTeatro vuole raccontare i suoni di quella risata; una favola al contrario, dove il lieto fine è il punto di inizio, e la crudeltà degli eventi una costante ineluttabile; mentre la grande città assiste a tutto questo con assennato respiro.
La scelta stilistica è essenziale, una panchina, due attori, impegnati a coinvolgere gli spettatori nel clima magico e malinconico del racconto di Dostoevskij, in
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