Woyzeck, dramma incompiuto per la morte dell’autore a soli ventiquattro anni, ci mostra un mondo chiuso, claustrofobico, da cui non esiste nessuna possibilità di fuga: una realtà che riesce a distruggere ogni umanità e sentimento nell'anima del protagonista. Siamo di fronte a una drammaturgia aperta, frammentata che si presenta come un labirinto da cui è impossibile uscire e in cui s’intrecciano poesia, psicologia, critica sociale: un'analisi spietata di come la violenza reiterata e continua possa spingere un uomo “giusto” a compiere il peggiore dei crimini. Eppure Woyzeck è, nonostante tutto, un atto grandissimo di amore verso l’umanità, un amore che nasce dalla nostra capacità di comprendere e commuoverci anche dell’orrore più profondo.
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