Den Harrow: fenomeno da psicanalisi o da Oscar?

Den Harrow: fenomeno da psicanalisi o da Oscar?

Zap! Rientrata da teatro, all'alba delle 23.30, mi re-imbatto in "Quelli della notte", ossia la Ventura e i suoi naufraghi. Siamo ancora a metà trasmissione, ovviamente. La prima scena che mi si para davanti dopo aver rialzato il pollice dal telecomando è quella di un biondone abbronzato che afferma imponentemente:"Ero qui pronto ad annunciare il mio ritiro, ma sai che ti dico? Che resto qui, alla faccia di tutti, e vinco l'Isola dei Famosi! Perchè io sono il più forte, sono li lupo cattivo!". Ohè, bel carattere! Che piglio deciso! Il biondone è Den Harrow, ex idolo pop anni '80. Fisico palestrato, occhi azzurri, sopracciglia scolpite, questa meteora musicale è la vera sorpresa dell'Isola 2006. Dopo questa dichiarazione da duro, fatta en solitarie, nella zona nomination, ecco che inizia uno strano fenomeno, dagli effetti immediati: appena sente la voce della fidanzata, bum, il Marcantonio Varesotto si fonde come una sottiletta. Inizia a piangere disperato e, tra i singhiozzi, invoca teneramente il perdono della sua amata: "Federicaaaa....io ho rubato i cestini perchè avevo fame!". Flashback: scopro (perchè, chiaramente, zappingando, prima non potevo saperlo) che Den è stato punito dalla Produzione per un furto notturno di cibo ai danni dei teleoperatori. Quasi mi commuovo, giuro. Ques'invocazione è così accorata, così tenera, così cucciolosa, che mi convinco a restare sintonizzata su Rai2 e rimandare il mio appuntamento con Morfeo. Voglio vedere cos'altro succede. Lo strano fenomeno prosegue. Den continua a piangere e mi rendo conto che sto assistendo a un'altra metamorfosi. Più immediata di quella della Ventura, ma ugualmente preoccupante. Mentre la sua Federica lo consola con complimenti vari ("Sei unico amore mio", "Sei il migliore", "Stai tranquillo, sono con te, resisti!"), Den inizia a straparlare, a mò di un quindicenne: "Ma...Fede...non è che...non è che vuoi che resti qui perchè stai meglio senza di me?" e, ancora, con faccia da cane bastonato: "Amore, non è che mi stai tradendo?" per chiudere (e ho già la carie) con un: "Stai facendo la brava? Io sto facendo il bravo, vedi?". Il pubblico in studio è sconvolto e non sa se ridere o piangere per la commozione, ma alla fine scoppia in una risata liberatoria. Per quanto mi riguarda, sono annichilita. Piange, il biondo Den, fregandosene delle telecamere, piange come un vitello al pensiero della sua amata lontana e dell'opinione della figlioletta sulla trafugazione delle cibarie. E giù lacrime e ancora lacrime, dimentico delle dichiarazioni da Rambo di due minuti e mezzo prima. Continua imperterrito con un pentitissimo: "Fede...non è che adesso devo stare qui e vincere perchè l'ho detto a questi qua?". Federica, bella e materna, rassicura ancora una volta il suo bambolotto: lo ama sempre, sente la sua mancanza, la bimba sta bene e lo saluta. Ma lui, ormai partito per la tangente, rincara la dose con un ordine simil-serio da gelosone preoccupato: "Appena finisce la trasmissione vai subito a casa". Sciambola! Il pubblico se la ride di gusto, ma senza compatimento; l'atteggiamento da cucciolone sperduto è ormai entrato nei cuori e Den, se la sua è una strategia, ha colpito dritto nel segno. Nicola Savino, opinionista in studio, commenta brillantemente, interpretando l'opinione di tutti: "Io amo quest'uomo! Prima era Rocky VI e adesso sembra Calimero!" e la bella Federica, elegante in poltrona, si compiace del successo del suo ometto. Se ne va, il Ladro di Cestini, tornando tra gli altri naufraghi, dove la cascata di lacrime non accenna a stopparsi. Io zappo, perchè la parte interessante dal risvolto socio-psicologico è finita. Resto però con l'interrogativo: Den Harrow ci è o ci fa? Perchè se ci è, lo amo, come Nicola Savino. Ma se ci fa, allora vincerà davvero l'Isola, come aveva solennemente dichiarato prima della metamorfosi. E, in questo caso, lo amo lo stesso, perchè è un grande attore e, con quella pantomima da orsetto Bubu, m'ha preso il cuor. Oltre al fatto che ormai di Grandi Attori ce ne sono ben pochi e dobbiamo tenerci stretti quelli rimasti.