Teatro

Avellino: tutto esaurito al Gesualdo per Scugnizzi

Avellino: tutto esaurito al Gesualdo per Scugnizzi

Nel 1987 il film ambientato nel carcere minorile di Nitida a Napoli con la regia di Nanni Loy. Oggi la storia di “Scugnizzi” è il soggetto di un apprezzato musical teatrale grazie all’impegno e alla perseveranza di Claudio Mattone. E’ cambiato il titolo (“C’era una volta…Scugnizzi) ma non la mission e il leit motiv del film. Lo spettacolo è in programma a partire da domani sera, venerdì 20 gennaio ore 21, al teatro Carlo Gesualdo di Avellino. E da settimane si registra il tutto esaurito. Si replica sabato 21 gennaio (ore 21) e domenica 22 (ore 18,30). Era il 1987 quando Nanni Loy ed Elvio Porta mi chiesero di scrivere la colonna sonora del film SCUGNIZZI. Si trattava di un film musicale ambientato nel carcere minorile di Nisida; interpreti quei ragazzi a rischio cui la realtà della strada offre ben poche alternative: la malavita o il niente. Era già da tempo che mi appassionavo a problemi e tematiche di questo genere e quindi la proposta mi trovò in piena sintonia. Mi misi a lavorare con grande entusiasmo e ne nacquero alcune delle canzoni cui sono rimasto più legato nel tempo: "Carcere 'e mare", "Perzóne perzóne", "Scétate scé…", "Parlanno parlanno", "Zòccole" etc… La colonna sonora, fortunatissima, vinse tutti i premi per le musiche da film di quell' anno e così cominciai a sognare un grande musical per il teatro, un' opera ricca di musica e di passione, espressione di una napoletanità asciutta e moderna, fatta di lavoro più che di parole, lontana dagli stereotipi e dai luoghi comuni. Ci ho messo un po' di tempo, ma oggi finalmente,è in scena “C’era una volta…SCUGNIZZI”. Si tratta di una storia popolare, forte e piena di ironia, sfrontata e irriverente come certi ragazzi che crescono per strada, di una favola, dalla quale emerge una grande speranza nelle generazioni più giovani, anche quelle più tormentate, e nei loro sentimenti. Anche se scritta in napoletano, la storia non è soltanto napoletana ma appartiene ai ragazzi meno fortunati di qualunque città del mondo. Su questa linea, priva di compiacimenti e di concessioni al folclore, la scena bellissima, la regia, le coreografie, i costumi e tutto il resto.