Teatro

Dimitra Theodossiou debutta nel 'Roberto Deverux' alle Muse

Dimitra Theodossiou debutta nel 'Roberto Deverux' alle Muse

Storia d’amore e di vendetta, Roberto Devereux di Gaetano Donizetti è il terzo titolo della Stagione Lirica di Ancona. Un’opera che dopo i recenti tagli della Finanziaria alla Cultura andrà in scena in forma di concerto (quindi senza scene né costumi) ma con un cast musicale di assoluto rilievo. In un momento di grave crisi per l’intero mondo dello spettacolo italiano, il Teatro delle Muse riesce comunque ad assicurare al suo pubblico un’opera nella sua essenza musicale. Roberto Devereux, capolavoro del repertorio belcantistico, è un autentico banco di prova per l’interprete principale, a cui il compositore regala una vocalità impervia e virtuosistica che si contrappone alla tragicità di un personaggio e di una vicenda che, calati in un contesto drammaturgico straordinario, fanno sì che l’espressività sia al centro di una costante tensione narrativa. L’occasione al Teatro delle Muse si segnala per il debutto in uno dei ruoli più temibili affrontati dalle grandi primedonne (dalla Gencer alla Caballé, dalla Sills alla Gruberova) di un soprano di punta del momento, l’ellenica Dimitra Theodossiou, che con questa inedita raffigurazione della regina Elisabetta I darà prova della sua eccezionale versatilità di cantante e d’interprete. “Un ruolo ricco di sentimenti. Vocalmente ancor più difficile di Anna Bolena, ma - dichiara il soprano lirico di coloratura drammatica, - sono questi i ruoli che preferisco perché danno espressione a quella grinta che mi ha permesso di interpretare Attila con successo. In più, debuttare il Roberto Devereux con il Maestro Campanella è un’autentica fortuna perché è un esperto riconosciuto del belcanto e perché, cosa rara, riesce ad adattare la partitura alla voce del cantante ” Ma di prestigio è tutta la compagnia con la quale il soprano greco ha già cantato: uno dei nostri migliori baritoni, Roberto Frontali (Duca di Nottingham), l’interessantissimo tenore emergente Massimiliano Pisapia (Devereux), il suggestivo mezzosoprano argentino Nidia Palacios (Sara), il tenore Piero Picone (Lord Cecil), il basso fabrianese Ezio Maria Tisi (Sir Gualtiero). Come già detto, l’opera donizettiana è affidata alla bacchetta ideale del direttore che più d’ogni altro si è imposto nel repertorio, Bruno Campanella, alla guida dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, del Coro Lirico “V. Bellini” e dei cantanti. . L'azione del Roberto Devereux si svolge nel XVI secolo a Londra. La regina Elisabetta ama il conte Devereux e rifiuta di condannarlo come traditore. Roberto si reca di notte nella stanza di Sara, moglie del duca di Nottingham. In pegno d'amore le dona l'anello che Elisabetta gli aveva regalato e lei, in cambio, gli consegna la sua sciarpa ricamata (atto I). La regina accusa Roberto di tradimento, mostrando al duca di Nottingham la sciarpa ricamata che Sir Gultiero Raleigh gli ha sottratto. Il duca, riconosciuta la sciarpa della moglie, chiede di sfidarlo a duello. Roberto è arrestato, condannato a morte e rinchiuso nella torre di Londra (atto II). Roberto supplica Sara di riportare ad Elisabetta l'anello. Sara obbedisce, la regina ordina di liberarlo, ma è troppo tardi. Un colpo di cannone annuncia l'avvenuta condanna capitale. Il duca di Nottingham confessa d'aver ritardato apposta l'arrivo della moglie ed Elisabetta furente li fa rinchiudere entrambi. Ossessionata dal fantasma di Roberto abdica infine a favore di Giacomo I (atto III).