Rossi affronta da venti anni i temi sensibili della vita con ironia e leggerezza attraverso una forma di espressione che in molti hanno definito il teatro poetico del movimento. “La favola esplosa” è uno dei suoi ultimi lavori: un lavoro per cinque giovani interpreti, formatisi nelle scuole di circo e di teatro fisico tra Italia e Svizzera, che narra il mondo onirico e antropomorfo delle fiabe italiane di Italo Calvino. A sconvolgere e coinvolgere è il ritmo vibrante e beffardo dello spettacolo: una vera e propria deflagrazione emotiva.
Danzare le favole è per essere totalmente vivi, per non dimenticare le proprie origini ancestrali, i propri miti, la propria capacità di immaginare e di stupirsi, la propria anima universale. Le favole rappresentano la voce, forse impersonale, ma proprio per questo tanto più antica, di un’esistenza primaria, immediata, totale nei suoi entusiasmi, così come nelle sue paure, nei suoi illogici innamoramenti, così come negli odii più profondi ed inspiegabili; un’esistenza, a ben guardare, assai simile a quella di ciascuno di noi negli anni, più o meno lontani, più o meno rimpianti, della nostra infanzia.
Dopo lo spettacolo, verrà proposto “Alma”, il quarto assolo di Rossi che, prendendo spunto da una poesia di Pablo Neruda, tocca sentimenti forti come l’amore, la solitudine e la sensazione della morte. “Alma” è una parola dai molteplici significati: in castigliano significa ‘anima’, inoltre il suo suono fa affiorare alla mente parole come alba, animale, arma, karma, calma, labbra, larva, rabbia, lacrima, lamento, lontano.
Il lavoro di Rossi verte sul contrasto e l’opposto che è in noi, e il desiderio di reagire a questa inesorabile condizione. Sono inoltre presenti altre poesie di Pablo Neruda, Cesare Pavese e gli aforismi e le magie di Alda Merini. Le musiche che accompagnano il lavoro, fuse perfettamente con la danza e la parola, sono di autori quali De Andrè, King Crimson, Death in Vegas e John Oswald.