Il secondo appuntamento di Milano, città cosmopolita, il ciclo di spettacoli ed incontri dedicati alla città di Milano e alle culture di varie nazionalità presenti a Milano, è dedicato all’Africa e prevede uno spettacolo teatral-musicale, Le Afriche e Milano, in scena allo Spazio Teatro No’hma il 7 e l’8 febbraio alle ore 21.00, ad ingresso gratuito, a cui farà seguito il 14 febbraio, sempre alle ore 21.00, preceduto da una performance scenica tratta da Le Afriche e Milano, un incontro alla presenza di consoli dei paesi africani rappresentati a Milano, tra cui hanno già dato conferma il console del Senegal Sourang Abdou Lahad, il console del regno del Marocco Mohiedine El Kadiri Boutchich e il console della Repubblica del Sudafrica Alwyn Figgins.
Saranno presenti, inoltre, altre personalità del mondo della cultura, dell’arte, delle istituzioni e dell’economia ancora in via di definizione e a cui seguirà un dibattito con il pubblico condotto dal giornalista Osvaldo Magrini Signorelli.
In questo secondo appuntamento Teresa Pomodoro continua il suo viaggio multidisciplinare e trasversale nella recitazione, nella musica, nella pluralità dei linguaggi e continua a puntare sulla solidarietà, sui valori, sull’attenzione, sulla partecipazione, sulla comunicazione. Nel suo nuovo spettacolo Teresa Pomodoro vuole proporre, come ha già fatto nel primo incontro del ciclo dedicato al Giappone, uno sguardo occidentale sull’Africa, uno sguardo sui diversi paesi africani in rapporto con la città di Milano, diretto soprattutto alla ricerca di un punto d’incontro tra mondi così differenti e l’occidente, nel rispetto reciproco delle proprie origini e alla ricerca di un reale desiderio di conoscenza che aiuti ad accorciare le distanze.
Le Afriche e Milano è uno spettacolo teatral-musicale, in cui si alternano recitazione, musica e letture, che Teresa Pomodoro ha costruito come un tessuto tramato da tanti fili intrecciati in diversi momenti storici, culturali, sociali, formando un mosaico di citazioni tratte da diversi autori africani come Ben Okri (La via della fame e Il vendicatore di sogni – Nigeria), Ahmadu Kourouma (I soli delle dipendenze – Costa d’Avorio), Fatema Mernissi (La terrazza proibita – Marocco), Boubacar Boris Diop (Rwanda – Rwanda), Abasse Ndione (Ramata – Senegal).
La scena è costituita dalla Tenda del Nomade dello scultore Claudio Bonomi, esposta al pubblico per la prima volta in questo spettacolo allo Spazio Teatro No’hma; è la prima opera di una serie dedicata al Nomadismo e rappresenta il simbolo delle tante Afriche qui evocate. Il materiale usato per la Tenda del Nomade è prevalentemente tessile e consiste in un intreccio di fili dorati, cachemire e seta, e mette in comune la tradizione della Valsesia a quella di altre culture.
Il pubblico sarà invitato a sedersi intorno alla Tenda del Nomade e ascolterà le leggende spiritualistiche dei bambini che non vogliono nascere di Ben Okri, e la preghiera rivolta agli antenati da parte della nonna nyar-Alego, di cui parla Margaret Ogola.
Sarà evocato il Marocco con Fatema Mernissi e l’affascinante racconto dell’antico harem di Féz, e un omaggio doveroso sarà rivolto al Rwanda dai racconti di Boubacar Boris Diop.
Sarà un viaggio attraverso l’Africa, che cercherà di esprimere il sentimento della doppia assenza, il disagio di chi non si sente a casa né nella sua patria, né in quella che lo ospita e per dare un segno di speranza alla comunione tra le diverse culture lo spettacolo si chiude su brevissimi cenni tratti dall’Orestea di Eschilo, con riferimenti ai personaggi di Oreste, l’eroe, chiamato ad espellere la barbarie, e ad Atena, la ragione, che non dimentica né istinti, né storia, né contraddizioni, ma si erge ad un futuro di civiltà e convivenza umana.
Le musiche del Quartetto Archimia sono voci integranti dello spettacolo, quasi momenti lirici in piena sintonia con l’antica tradizione orale africana.
Nel foyer dello Spazio Teatro No’hma, in un gioco di luci ed ombre, saranno esposte sculture di legni e fili intrecciati dedicate all’Africa dello scultore Claudio Bonomi.