Dall'11 al 13 gennaio 2006 al teatro Palladium si terranno tre giorni di incontri, discussioni, scambi tra/con/sul teatro indipendente di Roma e Provincia.
Storia del progetto teatrinvisibili
L’idea di condurre un’azione di monitoraggio sul teatro indipendente di Roma e della
Provincia, di gettare uno sguardo attento a questo territorio, di rivolgere l’occhio del
teatrante, spesso e troppo spesso volto all’interno della sua soggettività, al panorama
artistico, non guardando a quello visibile e scoperto (che pure sarebbe interessante andare
ad indagare a livelli diversi) ma a quello che lavora e produce nella quasi…totale
invisibilità, è frutto di componenti diverse:
- l’appartenenza a questo territorio:
il Triangolo scaleno è “invisibile” su Roma dal 1991;
- la gestione di uno spazio teatrale:
nell’ultimo triennio il Triangolo scaleno ha portato la quasi totalità della sua
progettualità all’interno dello Strike Spazio Pubblico Autogestito,
conducendovi un’attività di produzione, ospitalità per prove e spettacoli di
altre realtà, romane e non, e didattica, promovendo i propri laboratori e
ospitandone altri nell’ottica di un incontro tra allievi e maestri;
- l’incontro con l’Assessorato alle Politiche giovanili della Provincia di Roma:
la partecipazione ai focus group dell’Assessorato alle Politiche Giovanili e
ad alcuni incontri ha stimolato la trasformazione di un ragionamento in progetto, nella speranza che proprio l’istituzione potesse diventare referente
di una battaglia per i diritti di un’intera fascia di popolazione.
Queste tre componenti sono risultate determinanti e, nel tempo, si sono intrecciate con le
esigenze più personali, con la necessità del cambiamento, con il bisogno che il nostro
lavoro si andasse ad incrociare con la società civile e svolgesse un compito capace di
collaborare alla ricostruzione di una speranza.
L’Assessorato ha deciso di finanziare il nostro progetto e noi abbiamo proceduto con la
ricerca.
Fin dall’inizio l’intento non era statistico. Volevamo sentire il polso del teatro, incontrare i
progetti, le idee, i desideri, le persone… capire se davvero questo nostro territorio è così
consunto e sterile come ci è capitato di sentir sostenere da chi lo osserva da fuori. Roma,
la metropoli che suscita esigenze e moltiplica le reazioni: non potevamo credere che
proprio qui, nel pieno della nostra contemporaneità, caotica e dispersa, proprio qui il teatro
soffrisse della mancanza di idee degne di una vita più ampia. Non potevamo credere alle
selezioni degli ultimi premi nazionali in cui le realtà romane erano sempre pochissime e in
generale girava voce che fosse meglio presentarsi come appartenenti ad una qualsiasi
provincia, anche del sud, piuttosto che dichiarare di essere di Roma. E facevamo bene a
non crederci. In realtà questo territorio è ricchissimo. Solo che qui saltare la soglia
dall’invisibilità alla visibilità è decisamente molto più difficile che altrove.
Tra marzo-giugno 2005 la ricerca ha portato alla conoscenza di realtà radicate, operanti da
anni e del tutto ignote a noi e ai più, di realtà nuove, di singoli artisti, di spazi privati.
Insomma è apparso un mondo teatrale sommerso produttivo, operante, che crea, alimenta
e costruisce la cultura dell’intera città.
Un vero viaggio di scoperta. Spesso ci siamo persi nella lettura delle presentazioni e delle
storie che ognuna di queste realtà ha ritenuto di doverci raccontare: un pezzo della loro
vita artistica nella sintesi di poche cartelle scritte con cura, foto, elenchi di progetti, desideri,
idee, programmazioni, curricula.
La scoperta più sconvolgente è stata constatare il fluire di un’enorme quantità di idee. Idee,
un bene prezioso che nel teatro ufficiale sta scomparendo. Il teatro invisibile ha un’infinità
di idee. A volte non ha soldi né strumenti per realizzarle, a volte le realizza con i soldi e gli
strumenti che ha e quindi difficilmente le realizza in pieno. E anche quando avviene il
miracolo e le realizza in pieno, poche centinaia di spettatori potranno godere
dell’elaborazione minuziosa, colta, spesso capillare che il teatro invisibile, con una
generosità e una vera urgenza di raccontare se stesso e il mondo, produce.
Parlando con critici, teatranti affermati spesso è venuto fuori che il mondo teatrale
sommerso è bene che rimanga sommerso perché di fatto porta avanti poetiche,
elaborazioni e spettacoli inutili, poichè non portano nulla di nuovo nel panorama teatrale.
Se qualcuno di loro conduce realmente una ricerca innovativa prima o poi emerge. Come
se non fosse noto a tutti che le condizioni in cui avviene il processo di crescita di un artista,
di un gruppo determinano il suo futuro artistico. Spesso non è il valore artistico a
determinare l’emersione di un artista o di un gruppo. Lo stato di totale disattenzione in cui
un intero territorio produttivo opera e produce non può essere avallato da un semplice
principio estetico, traballante anch’esso. Uno stato democratico deve garantire pluralismo,
deve concedere occasioni e opportunità di crescere e confrontarsi e soprattutto
un’amministrazione cittadina, provinciale o regionale che sia deve valorizzare ciò che il
tessuto artistico del suo territorio produce.
L’attenzione da parte delle istituzioni è, nel migliore dei casi, stagionale (vedi Enzimi). Più
spesso sono strutture private, come Cometa off,…Orologio e più di tutti il Teatro Furio
Camillo che si aprono al territorio offrendo loro occasioni.
L’indagine
Abbiamo cercato a lungo chiavi di composizione dei materiali che ci sono arrivati.
Avremmo dovuto limitarci alle zone indicate nel primo progetto. Non è stato così. E non
poteva essere così. Il teatro ha una natura liquida, collocarlo in una zona o in un’altra non è solo difficile, è riduttivo. La città sta viaggiando verso nuove forme, assume nuove facce e le reti, ormai consolidate non soltanto nei movimenti ma anche nell’ambito artistico e teatrale, indicano nuove possibilità di lettura di un territorio. Avremmo voluto dividere in categorie gli artisti, individuando i diversi linguaggi. Ma ci siamo resi conto che dividere e categorizzare un territorio che è in continuo mutamento, che di progetto in progetto...
modifica l’ensemble, il cast, che scambia collaborazioni e materiali, che diventa creatore e organizzatore e promotore, avrebbe offerto una fotografia poco aderente alla situazione reale.
Avremmo potuto cercare di pubblicare il corposo volume nato dalla ricerca. Ma abbiamo
preferito spendere le nostre energie per costruire ciò che il territorio chiede: attenzione.
Cosa dimostra questa nostra ricerca? Apre domande e chiede a gran forza un
cambiamento.
Da dove nasce tutto questo teatro? Dal desiderio di altro, ma quasi sempre, anche se è un processo che collettivizza gli individui, nasce da un individuo. In tutte le realtà monitorate c’è sempre un regista, o un drammaturgo è con lui/lei che parli, è lui/lei che ti spiega su cosa lavorano. Ti raccontano la loro urgenza. Dietro di loro una moltitudine. Questo popolo invisibile che opera nella cultura della nostra città, lo fa senza risorse e senza riconoscimento per anni, a volte per decenni, affronta le selezioni di sporadici premi, le lunghe anticamere nei teatri ufficiali, sognando il salto in avanti, e continua a lavorare,
progettare, inventare il contemporaneo.
Roma e la sua provincia sono un cantiere infinito, un cantiere aperto di gente che lavora
sui suoi limiti perché un giorno possa meritare di poter essere visibile, dimenticando che
siamo la nazione in cui la meritocrazia ha la percentuale di gradimento più bassa in
Europa. Ci offende da vicino l’immagine che, nel resto del Paese, si ha del nostro territorio:
“un buco nero in cui nulla si muove e da cui nulla emerge”. Sappiamo che a Roma, più che
altrove, emergere è difficile e in alcuni tratti storici, come l’attuale, praticamente
impossibile.
Roma città della cultura. Con quale politica culturale?
Il convegno
Il progetto teatrinvisibili ha utilizzato un concetto storico, segno concreto del fatto che in tanti anni di esperienze, l’invisibilità no ha ottenuto risposta.
L’azione di monitoraggio del teatro indipendente di Roma e Provincia, realizzato dal triangolo scaleno teatro con il contributo dell’Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Roma, ha portato al censimento di circa 150 realtà teatrali del territorio e ha messo in luce le difficoltà e le condizioni in cui tali realtà operano, sopraffatte dall'assenza di risorse, dalla carenza di spazi, dall'impossibilità di emergere dall'invisibilità. I risultati della ricerca, un libro/guida, in cui ognuna delle realtà ha scelto la modalità di raccontarsi e un dvd che raccoglie ed intreccia alcune interviste, sono la testimonianza una chiusura che impedisce la crescita e la circolazione della cultura teatrale e al tempo stesso indicano la presenza di un ricco tessuto culturale e sociale che inventa modelli, sperimenta e modifica il tradizionale modo di concepire la produzione e la distribuzione teatrale.
Non potevamo fermarci al compimento della ricerca.
Abbiamo trovato nell'Assessorato alle Politiche Giovanili e nell’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma interlocutori sensibili e con il sostegno congiunto di entrambi abbiamo ora l’occasione di presentare ufficialmente il lavoro svolto e soprattutto di creare un momento aperto di discussione. In collaborazione con ZTL, rete romana
informale (Rialto Santambrogio, Teatro Furio Camillo, Residui Teatro, Astra Teatri,
Triangolo Scaleno Teatro) apriamo uno spazio e un tempo di discussione: un convegno di
tre giorni in cui far incontrare i soggetti, le istituzioni, gli artisti, gli operatori che lavorano, vivono, fanno teatro e cultura nel territorio, un momento politico che possa fornire occasione di ragionamento e di confronto sulla situazione della politica culturale nella città di Roma e della sua Provincia e del suo rapporto con il tessuto nazionale.
Incontrarsi e parlarne non è la soluzione ma è la prima occasione di riconoscimento di
esistenza per tutti noi teatrinvisibili.
Teatro