Tutte le novità del prossimo autunno televisivo

Tutte le novità del prossimo autunno televisivo

Il prossimo autunno, a casa Rai e Mediaset, le novità non mancheranno di certo. Su Italia 1 Ilary Blasi manterrà la conduzione delle «Iene», ma accanto a lei ci sarà Teo Mammuccari fino a dicembre (poi il ritorno di Luca e Paolo). Un progetto che piace a molti ma con qualche dettaglio da sistemare. Mammucari, infatti, sarà già impegnato su Italia 1 con tre produzioni, tra cui una sitcom («Kumars») che sarebbe il principale ostacolo. Il suo non è l'unico contratto ancora in bianco: nemmeno Ilary ha firmato, nonostante la signora Totti sia data per certa e non debba temere la concorrenza di Lucilla Agosti (che entrerà nel cast ma solo come inviata). Intanto Luca e Paolo, che torneranno iene nella primavera 2009, potrebbero sbarcare a sorpresa su Canale 5. Per una iena in arrivo ce n'è un'altra che potrebbe far le valigie. Il nuovo inviato de «L'isola dei famosi», infatti, dovrebbe essere Alessandro Di Sarno, pistoiese di 37 anni trapiantato a Parigi, «iena» di Italia 1 ed ex di «Markette». Sarà lui a tenere a bada i famosi della sesta edizione, che saranno ufficializzati nei prossimi giorni. Il settimanale "Tv Sorrisi e Canzoni" ne ha comunque rivelato i nomi: Flavia Vento, Giucas Casella, Vladimir Luxuria, Antonio Cabrini, Massimo Ciavarro, la «velina» Veridiana Mallman, Belen Rodriguez, il nuotatore Leonardo Tumiotto, la scrittrice Michi Gioia e l'ex «tronista» Giuseppe Lago. Resteranno a casa, invece, Heather Parisi e Jennipher Rodriguez, che si aggiungono alla lista dei «No, grazie» assieme a Vittorio Sgarbi, Natalia Estrada, Paola Barale ed Edoardo Raspelli. Intanto prosegue la caccia ai «non famosi» da spedire in Honduras: oltre 5.000 sono i provini già sostenuti (i candidati sono soprattutto uomini e del Nord Italia). Anche «La Talpa», game-show condotto da Paola Perego, non perde tempo e nel cast arriva Pamela Prati. QUI MEDIASET Come afferma il vice presidente Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, non mancheranno fiction, reality, approfondimento giornalistico, e tre nuovi varietà in prima serata. “Puntiamo sempre sul pubblico e sulla qualità - ha aggiunto - Sanremo a Mediaset? Per noi è un programma un po' anziano" Sanremo sarà davvero l'unica cosa che mancherà sulle reti Mediaset, che per il prossimo autunno prevedono un palinsesto ricco per tutte le fasce di pubblico. Otto nuove fiction, oltre a graditi ritorni come Distretto di Polizia, tre varietà inediti in prima serata, tra i quali Il ballo delle debuttanti, pensato da Maria De Filippi che per la prima volta non conduce un proprio programma ma ne affida la conduzione a Rita Dalla Chiesa. Tante sit-com: alla coppia Maria Amelia Monti e Gerry Scotti di Finalmente soli, si aggiunge quella di Crociera Vianello, con i mitici Sandra e Raimondo, e la squadra di Medici Miei, una graffiante serie ambientata in un ospedale, con Enzo Iacchetti, Giobbe Covatta, Elisabetta Canalis e Eleonora Pedron. Amici sarà in onda sette giorni su sette, ma senza Maria De Filippi: la puntata del sabato sarà infatti condottta da uno degli autori storici del programma, Luca Zanforlin, molto amato dal pubblico del programma. Novità anche sul fronte dell'approfondimento giornalistico con gli speciali curati dalla redazione di Studio Aperto e l'infotainment di Verissimo. Confermato Mattino 5 che ha ottenuto grande successo e che si sdoppia nelle ore pomeridiane diventando Pomeriggio 5, e Forum condotto da una delle regine della rete, Rita Dalla Chiesa. QUI RAI Mamma Rai si trova in piena bufera. Ancora una volta viale Mazzini è al centro dell'attenzione della politica. La candidatura di Leoluca Orlando alla presidenza della Commissione di vigilanza sulla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo ha avuto due effetti: provocare la levata di scudi del centrodestra, che ha rifiutato ripetutamente di votare l'esponente dipietrista, e, in seconda battuta, il rinvio a settembre di ogni decisione. Parallelamente i colonnelli del Popolo della Libertà, con in testa il forzista Giorgio Lainati, tentavano una exit strategy, in un primo tempo individuata nel nome di Giampiero D'Alia, parlamentare dell'Udc. Del resto l'Udc è opposizione al pari dell'Idv e del Pd e dunque l'operazione avrebbe potuto procedere senza particolari intoppi. Tanto più che, come è noto, Massimo D'Alema sta lavorando ad una nuova e più larga coalizione che recuperi in qualche modo la sinistra radicale ma, soprattutto, si estenda agli ex Dc di Pierferdinando Casini. Se, quindi, la strategia del Pdl in ultima analisi conveniva ad un Pd più che mai in difficoltà nel giocare questa partita, l'ipotesi non è andata bene proprio a Casini, più interessato - come è giusto - ad un posto nel Cda Rai, che sarà nominato una volta chiusa la partita della Commissione di vigilanza. Anche perché Casini ha da difendere e sistemare molte persone, come ad esempio Angela Buttiglione ai Tg regionali, Roberto Sergio alla Sipra (la società pubblicitaria Rai), Lorenza Lei alle Risorse televisive e Lorenzo Vecchione a RaiSat. Siamo dunque nuovamente in alto mare, anche perché se l'ipotesi D'Alia tramonta il Pd potrebbe rivendicare per sé il ruolo di garanzia. Ma a quel punto i democratici si troverebbero nella non facile condizione di dover decidere tra la veltroniana Melandri, il rutelliano Gentiloni e - perché no - il dalemiano Latorre. Tutto questo mentre a viale Mazzini tremano le pareti per la vicenda Saccà. Nei giorni scorsi, infatti, l'amministratore delegato della Rai Cappon ha portato in Cda la proposta di licenziamento dell'ex direttore di Rai Fiction. Il Consiglio di amministrazione l'ha bocciata sonoramente e il commento di Cappon è stato per certi versi comico: vorrei che la Rai non fosse un'azienda «anomala», ma un'azienda «normale». E poi ha aggiunto: non mi dimetto, resto al mio posto per senso di responsabilità. Fallito poi il tentativo di far approvare dal Cda la sostituzione di Saccà con Fabrizio Del Noce. A far saltare per aria la sottospecie di tranello ordita dal Dg della Rai sono stati i consiglieri di centrodestra all'interno del Consiglio di amministrazione, che hanno fatto mancare il numero legale.