Incanta, semplicemente, Emanuela Giordano con un altro spaccato di vita quotidiana, raccontato nel suo teatro fatto di parole e di gesti che si fondono in una metrica di pura poesia dell’anima: una quieta, intensa presenza emana dai due attori in scena, che raccontano con estrema semplicità e grande simpatia la storia di una madre e di un figlio “parcheggiati”, in attesa di rientrare nella loro casa. Che per quelle poche ore non è più loro, ma viene data in affitto.
L’arte di arrangiarsi appunto, ovvero di fare affari. Il figlio Oscar lo ripete spesso alle orecchie stanche ma non indifferenti di Emma, una madre sempre presente a se stessa e a quel ragazzo così “particolare”, che nella sua apparente ingenuità guarda lontano. I due sono una famiglia, in altre parole sono tutto quello che hanno l’uno per l’altra. Soli in mezzo alla società che li classifica in fretta come “poveri ma non disgraziati”, qualche volta perfino ladri, ma inseguendo dignità e sogni che restano sempre un po’ più in là.
Volano parole leggere e risate che inumidiscono gli occhi quando ci si rende conto che quel testo e l’elusiva leggerezza che anima i due attori sono permeati da ombre ben più spesse e da una cornice di realtà che di ameno ha ben poco. La realtà delle donne, madri, lavoratrici, troppo spesso abbandonate con le loro famiglie e all’interno delle stesse famiglie.
Esistono tanti modi per “impegnarsi” e fare di questa storia di abbandono, di dignità e di umorismo sagace un esempio vibrante di teatro impegnato e di denuncia sociale. Quello che affascina invece nella regia della Giordano e nella mano con cui sceglie e muove i suoi straordinari attori è esattamente il contrario: la grazia, l’umiltà, una recitazione quasi cinematografica – per usare un termine fin troppo in voga – una grande attenzione ai piccoli dettagli che identificano i moti del cuore piuttosto che l’impostazione della voce e del corpo. Ed ecco che davanti agli occhi divertiti prima e sbalorditi poi del pubblico compaiono due figure assolutamente reali, commoventi e straordinariamente vere.
Roma, Teatro Cometa Off
6 marzo 2008
Visto il
al
Nuovo Teatro Sancarluccio
di Napoli
(NA)