Come un ingranaggio rotto la scena si apre in una cucina che non è veramente una cucina, dove una famiglia apparentemente riunita al desco famigliare in pochi secondi abbatte ogni aura di normalità e lascia che le pareti e la storia si aprano in altre dimensioni, inseguendo le visioni e i pensieri interrotti di ciascuno dei suoi componenti.
Mancando di marito e di padre, è la madre a inseguire ciascuno dei propri figli: il ragazzo che appare e scompare, silenzioso, accigliato, la sigaretta incollata alle labbra; la figlia maggiore, chiusa nella sua stanza a cantare canzoni e a praticare una raffinata e straziante forma di autolesionismo con un rasoio sempre a portata di mano; e poi lei, la figlia minore, che apre un giorno l’argine alla follia che serpeggia nelle mura domestiche dichiarando davanti a un piatto di pesce che non vuole mangiare: “Io sono Catherine Deneuve!”.
Pierre Notte, prolifico autore teatrale dalle sfumature sottili e complesse, intesse un altro spaccato di vita famigliare, in cui il normale inizio, svolgimento e fine vengono completamente stravolti da una messa in scena dove lo spazio si adatta alle esigenze dei protagonisti, trasformandosi in cucina, cabaret, passarelle da sfilata e set cinematografici.
In questa “casa” i suoi componenti cantano ognuno con la propria voce, a volte senza (il figlio), il proprio mal di vivere, ma come facesse tutto parte di un music-hall, di un cabaret di terz’ordine, ancora tutto da provare. La forza di questa pièce nasce proprio da questo: dalle sue canzoni, dalle frasi prese dai film smozzicate dalla figlia-Deneuve, dal dolce sorriso disincantato che cede spesso al sospiro dell’altra figlia, e dalla figura della madre, a volte testimone impotente, a volte guida, altre narratrice rassegnata delle vite dei propri figli, dimenticando di averne una anche lei, o almeno di averla avuto, tempo prima.
La messa in scena di Reza Keradman serve bene la dimensione folle dello spazio e la psicologia straniata dei personaggi, che spostano i mobili e muovono luci intrecciando tanti tasselli di una storia che svelerà il quadro finale di una famiglia che ha perso il proprio centro di unità da tempo e continua a inseguirsi cambiando ogni volta identità e ragione di vita.
Roma, 30 ottobre 2008
Teatro Sala Uno
Visto il
al
Sala Uno
di Roma
(RM)