“Ogni fenomeno presente in natura che si mostra nel suo essere facendosi chiamare meraviglia, porta con sé contemporaneamente un’equivalente dimensione di inquietudine, di terrificante bellezza che lascia all’uomo l’esperienza del proprio essere finito.”
Un fumo fitto e grigio invade la sala. I giochi di luci e di suoni ci avvolgono creando un’atmosfera fantascientifica dove in un non tempo appaiono tre figure, tre corpi femminili che conquistano il campo della luce. Le entità fisiche fruiscono dello spazio con ritmo improvviso e non lineare creando, con i loro movimenti, un’insolita dimensione che assume nuove prospettive trasportandoci in questo viaggio emozionale. Tutta questa energia fatta di impulsi e fremiti si placa alla presenza di un blocco di ghiaccio, richiamo ormai caratteristico della compagnia, che sale nella scena quasi a cristallizzare ogni movimento in una nuova forma. Per la durata dello spettacolo ci si trova in una realtà altra dove musica, luci e movimenti sono dettati dall’energia della natura e condizionati gli uni dagli altri, a significare che la vita nasce dalla sinergia di tutti gli elementi. Una realtà dove l’uomo inteso nella concezione moderna viene separato dalla natura e da questa comandato in un binomio di piacere e paura. L’urlo del messaggio, anche se veicolato da una sperimentazione che ancora è in divenire, lascia nello spettatore un pensiero concettuale proteso alla continua investigazione della forza della natura nei confronti della limitatezza dell’essere umano.