La sensazione è quella di trovarsi a un passo dalla consacrazione. Con Buon anno, ragazzi prosegue, dopo il successo di Per strada dello scorso anno, il sodalizio tra Francesco Brandi alla scrittura e Raphael Tobia Vogel alla regia. E’il secondo passo in avanti di un rapporto artistico in continua evoluzione che sembra non fare altro che migliorare col tempo. Se prosegue con questo trend, siamo in attesa della compiuta maturità con il terzo lavoro firmato dalla coppia Brandi-Tobia Vogel.
Festeggio da solo...
Con
Buon anno, ragazzi Brandi supera ampiamente la prova innanzitutto come scrittore. La storia è quella di Giacomo, ragazzo-padre e insegnante di filosofia precario, che si trova a passare da solo la notte di Capodanno. Sembrerebbe una sua scelta, più imposta dalle circostanze che effettivamente voluta, ma in ogni caso i suoi piani saltano a causa della irruzione di una serie di personaggi che gli faranno capire la reale importanza della vita, fino a stravolgerla. Non è certo il Capodanno che si aspettava, ma sarà di certo un buon anno. Perché da quel momento nulla sarà più uguale all’immobile apatia in cui Giacomo pensava, o sperava, di aver trovato un triste ma sicuro rifugio. La narrazione scorre senza momenti morti, un sottile umorismo colora gli spazi più bui, ma soprattutto
Buon anno, ragazzi sembra essere riuscito a dipingere con sano realismo e la giusta dissacrazione la condizione del trentenne attuale: l’incertezza degli affetti, la precarietà del lavoro, l’ingombrante sostegno dei genitori, le sincere ma vacue amicizie.
… Ma non troppo
La scenografia è essenziale e Giacomo sa che non può riempirla da solo per troppo tempo. L’intelligenza della coppia Brandi-Tobia Vogel si misura anche nella capacità di attorniarsi di validi coprotagonisti senza il timore che possano rubare la scena. Tra i punti di forza di questo spettacolo spiccano senz’altro loro, che compaiono a poco a poco sulla scena. I due genitori, il vero valore aggiunto di
Buon anno, ragazzi, interpretati da una bravissima
Daniela Piperno e da un sagace
Miro Landoni. Calza perfettamente nel suo ruolo
Sebastiano Bottari, non passa inosservata
Camilla Semino Favro che mostra molto di più di quanto le è stato chiesto di dare nella serie tv Sky "1993".