Prosa
E TU SEI BELLISSIMA

E tu sei bellissima: 'omnia vincit Amor'

E tu sei bellissima: 'omnia vincit Amor'

Racconta il giovane autore e regista Claudio Proietti di aver scritto il copione in pochissimi giorni, per poterlo presentare all’attrice Siddhartha Prestinari: nasce così E tu sei bellissima, dove la stessa Prestinari e il suo partner Simone Colombari sono chiamati a interpretare i due protagonisti Cristina e Paolo, che si rivedono incidentalmente anni dopo il divorzio che li ha separati, in una città di passaggio, diretti entrambi altrove con i rispettivi nuovi compagni.
La pièce, drammaturgicamente parlando, segna un ulteriore salto evolutivo per il suo autore, Proietti - che si era già segnalato nei teatri romani qualche anno fa con una piccola, divertente commedia, “Meglio Zitelle” - compone un testo sorprendentemente maturo dove sfrutta con grande stile le “regole” dell’Incontro che rende possibili situazioni, confessioni per una coppia finita da tempo ma che ha ancora tanto da dirsi. Si colgono innumerevoli  luci e sfaccettature diverse nei dialoghi dolci-amari dei due protagonisti, non scevri da divertimento e grande leggerezza – rese possibili dagli ottimi tempi comici dei due interpreti. L’autore sembra quasi far propria la lezione del Woody Allen dei tempi di Manhattan e di Io & Annie miscelando con grande sensibilità il rimpianto e il rancore, la risata, il perdono e la cattiveria, e consegnando al pubblico una straordinaria coppia in cui ognuno può riconoscersi, soprattutto alla fine di una storia d’amore, che porta con sé ferite ma anche speranze e l’invincibile illusione che tutto possa cominciare, tutto possa accadere ancora.
Il promettente materiale drammaturgico trova per fortuna – cosa non così frequente – piena riuscita nella messa in scena che, a monte di una scenografia minimalista ma suggestiva (una panchina e un lampione cosparsi di foglie morte), dà la massima libertà di realizzazione ai due eccellenti e generosi interpreti che si fanno strumenti perfetti dell’umanità e fragilità dei due personaggi, complementari l’uno all’altro negli stereotipi maschili e femminili, in quell’Yin e Yang di equivoci, rimproveri e bugie con cui entrambi paiono nascondersi nella cenere di un amore non poi così spento.
Nulla da eccepire in una composizione perfetta di drammaturgia, interpretazione e messinscena, con qualche piccola incertezza nei tempi finali e nella soluzione di un paio di flash-back importanti nella vita e nel vissuto dei due protagonisti, che tuttavia sono presentati quasi senza soluzione di continuità e tendono a segnare un temporaneo calo di attenzione in un pubblico altrimenti conquistato fin dal primo momento dal testo, dalla bravura degli interpreti e dalla sensibilità della regia.

Visto il 19-01-2011
al Dei Contrari di Roma (RM)