Prosa
DIARIO PERPLESSO DI UN INCERTO

Eric-Emmanuel Schmitt, già no…

Eric-Emmanuel Schmitt, già no…
Eric-Emmanuel Schmitt, già noto per “Piccoli crimini coniugali”, è autore anche di questa bellissima storia di amicizia e di rispetto in uno scenario inconsueto, quello della Parigi multietnica di periferia, dove convivono in un difficile ma non impossibile equilibrio arabi, ebrei e cristiani. I personaggi del vecchio droghiere arabo (del Corno d’Oro) Ibrahim e del giovane vicino ebreo Mosè sono l’occasione da parte dell’autore di esplorare non solo il mondo delle differenze culturali, ma anche di indagare a fondo i chiaroscuri dei rapporti famigliari e personali che i due intrecciano nel corso della loro conoscenza. Nell’adattamento teatrale del testo il regista Serafini Prosperi sceglie di trasformare il dialogo in un monologo, affidato a Mosè (una bella prova per l’interprete Armando Iovino), e seguito da una vera e propria colonna sonora dal vivo, che di volta in volta evoca luoghi, stati d’animo, passaggi temporali e spaziali dalla cupa vita di famiglia del giovane all’ambiente solare e rassicurante della droghiera di Ibrahim. Un intero arco di vita e di morte si srotola dalle parole di Mosè, facendo sorridere a volte, ma molto di più invitando alla riflessione sul difficile mondo della tolleranza, non solo culturale, ma anche personale, quando molti mali vanno perdonati per poter continuare a vivere. La messinscena è semplice e funzionale e mette l’attore al servizio non di una particolare concezione dello spazio o della scena, quanto di quella dimensione interiore che viene fuori dalle parole e dalle situazioni, evocate di volta in volta. Mosè si ritrova da solo all’inizio e alla fine, ma evoca e impara le parole e le lezioni di Ibrahim, perfino il suo sorriso, che lo guideranno in un nuovo percorso di vita e di maturazione personale. Roma, 25 marzo 2009 Teatro Nuovo Colosseo
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