Prosa
ESERCIZI DI STILE

Queneau o il gioco delle parole

Queneau o il gioco delle parole
Nel 1947 Raymond Queneau con i suoi “Esercizi di stile costruisce una vera e propria bomba letteraria ed espressiva proponendo una storiella qualunque (un tizio dal collo lungo litiga con un altro sull’autobus, due ore dopo lo si scorge mentre parla di vestiario con un terzo), raccontata in 99 varianti. Oltre all’eccezionalità dello stile, della fantasia e dell’estro dell’autore, che rese difficilissime le successive traduzioni in altre lingue, sfida vinta peraltro da Umberto Eco, l’opera si rivela ben presto un vero e proprio “esercizio” per gli allievi di teatro di tutte le scuole. Le varianti, la fantasia e soprattutto il divertimento intellettuale e artistico che sottendono a un lavoro come questo, non si limitano alla sfera letteraria, ma vanno a coinvolgere qualunque riduzione teatrale che si trova nell’impegno inderogabile di catturare e mantenere l’attenzione dello spettatore per oltre un’ora e mezzo. La sensazione che si è avuta ieri alla prima dell’adattamento di Jacques Sailer al teatro della Cometa, è che la scommessa sia stata decisamente vinta; complice una prima che non è una prima, dal momento che le avventure del signore con il lungo collo e il buffo cappello, raccontate dai tre istrionici Francesco Pannofino, Ludovica Modugno e Marco Guadagno, stanno conoscendo il ventesimo anno di repliche. Non si può peraltro esimersi dall’ammirazione di tre attori perfetti nell’affiatamento con cui propongono e ripropongono la storiellina breve, che diventa lunghissima quando attraversa generi plurimi, passando dai maccheronismi francesi, inglesi e cinesi, alle digressioni professionali dell’avvocato e del cabarettista, con veri e propri momenti cult come il gioco a premi, che spezza in una sorta di ideale intervallo il tempo serrato delle varianti di Queneau, e una strizzata d’occhio di Ludovica Modugno ai personaggi di Anna Marchesini. Quello che hanno saputo cogliere questi tre grandi interpreti è l’essenza pura della lezione di Queneau, ovvero il gioco, il puro e semplice gioco con parole che possono essere analizzate, scomposte, ricreate, ridotte o allargate, senza perdere un momento il ritmo e il senso teatrale della storia. I nostri si divertono divertendo costantemente e questa enorme energia positiva, complice un testo immortale nella sua semplicità e genialità, si riversa sulla platea senza momenti di esitazione o di stanchezza.
Visto il 17-11-2009
al Della Cometa di Roma (RM)