Extra
FERMENTACIÒN IL VIAGGIO DELL’UVA

Dall'acino al vino: l'odore della terra

Dall'acino al vino: l'odore della terra

E' sorprendente quel che il pubblico è disposto a fare se ben guidato, preso, letteralmente, per mano e condotto per degli spazi bui, nei quali viene accolto da una narratrice così candida e serena che ci si affida volentieri a lei e agli altri membri del Teatro de Los Sentidos che ci conducono ad esplorare uno spazio che ci immette subito nella cultura contadina fatta di terra, lavoro, povertà, musica, canto e generosità. Quella con la quale gli attori e le attrici ci accolgono e ci conducono attraverso un percorso nel quale ci spogliamo lentamente del nostro habitus razionale in favore di una disarmante resa alle emozioni e alle sensazioni, instillate e suscitate dal buio (schiarito da piccoli punti luce, digitali, di lanterne, o di più canonici riflettori teatrali usati al minimo della loro potenza), dagli odori, dalla condivisione di un ascolto, per piccoli gruppi, decisi dal caso e dal sapiente intervento degli attori della compagnia che indicano con un gesto, il tocco gentile di una spalla o del palmo della mano. Un cammino a stazioni, come quelle delle rappresentazioni sacre dalle quali è nato il teatro, e alle quali questo spettacolo ritorna per un racconto mi(s)tico ma non religioso al quale prima assistiamo e poi al quale lentamente partecipiamo.
Un racconto nel quale, come ci si chiede sin dall'esordio, sentiamo piuttosto che sapere, come una cosa diventa qualcos'altro senza perdere la sua essenza. Nella fattispecie l'uva che diventa vino grazie alla fermentazione resa possibile dal lievito  (organismo unicellulare) che vive sulla buccia di ogni acino. Un acino che, sorgendo dalla terra, lo spettatore è chiamato a schiacciare con le dita, a spremerne il succo in una bottiglietta e sotterrarlo nella stessa terra da cui è sorto, coperta da un lenzuolo. Terra  sulla quale viene chiesto a tutti di sdraiarsi, in piccoli gruppi, e tutti vengono coperti da un lenzuolo dal quel rinascono proprio come il succo d'uva rinasce vino.
Dopo la vendemmia si brinda col vin nuovo e si balla. Terra, foglie, fragranze, in un contatto umano  esperienziale che non va né razionalizzato né analizzato ma vissuto e portato fuori dal teatro nella vita proprio come il minuscolo sacchetto di terra che ci viene donato prima di uscire, simbolo del segreto che gli attori e le attrici della compagnia hanno voluto condividere con noi. Un dono al quale, prima di uscire, chi vuole, può scrivere, o disegnare, un messaggio, una risposta, un commento allo spettacolo appena esperito
Uno spettacolo che che 'ntender no lo può chi no lo prova e chi lo ha provato, non dimentica. Mai.

Visto il 14-10-2011
al India sala B di Roma (RM)