Al Teatro Argentina sono andati in scena due lavori diversissimi della coreografa canadese Marie Chouinard, nell'ambito di Roma Europa Festival.
Gymnopédies è una coreografia complessa, intrecciata con dei divertissement e dei momenti di danza teatro, per restituire la complessità del discorso musicale dei tre brani per pianoforte composti da Eric Satie con un impianto armonico unico nel suo genere, e portare sulla scena anche il successo di pubblico che i brani hanno avuto, anche al di fuori dell'alveo strettamente musicale.
La coreografia, ricchissima, vede gli e le interpreti comparire in scena coperti da uno spesso tessuto che li dsivela nudi e nude. Poi, mentre a coppie uomini e donne si relazionano tra di loro, agendo altrimenti in gruppi rigorosamente maschili e femminili, a turno, danzatori e danzatrici si siedono al piano (ma il dubbio che sia parzialmente un playback rimane per tutta la coreografia) anch'esso tutto ricoperto da uno spesso tessuto à la Christo e suonano le tre Gymnopédies.
Il gioco narrativo tra interprete e danza, tra corpo del danzatore e della danzatrice ed emotività e movimento è esplorato da Chouinard in tutte le direzioni.
La coreografia indaga sui rapporti amorosi, sulle emozioni che attraversano i corpi dando forma a precisi movimenti coreutici sottolineando il solipsismo dell'interprete, anche secondo la retorica della solitudine triste del clown, con un rigore e una precisione nella danza che costituiscono la prima cifra della coreografa canadese: si tratta di danza, di danzatrici e danzatrici al massimo delle umane possibilità, il teatro e il divertissement insinuandosi negli interstizi di una struttura coreutica impeccabile.
Il tema del duo cui la coreografia è dedicata viene affrontato da ogni punto di vista ...o quasi.
Manca alla coreografia la curiosità di scardinare l'eterosessismo dal quale Gymnopédies non sa smarcarsi. Ogni duo, ogni storia d'affetto raccontata nella coreografia sembra pensata a uso e consumo di un pubblico maschile ed eterosessuale: l'opzione omoerotica tra due uomini arriva solo nel momento buffo (si ride di due ballerini che si comportano come delle étoile) mentre l'amore tra due ragazze (che si carezzano tra le gambe coi piedi) è interrotta dall'arrivo di un ragazzo che amoreggia, anche in sala, con una delle due lasciando l'altra sola e imbronciata.
L'eterosessismo svilisce l'intelligenza coreutica, sviluppata da una messinscena impeccabile, i cui contenuti narrativi sono invece vetusti, prevedibili e, in alcuni momenti, imbarazzanti come quando, sotto il solito telo, uno dei ragazzi prende da dietro una delle ragazze.
Lo scollamento tra forma (della danza) e contenuto (del racconto) contribuisce comunque a quel sentimento di nostalgica elegia che sembra guidare l'intera coreografia.
Henri Michaux: Mouvements è ispirata al libro omonimo dello scrittore belga naturalizzato francese, che contiene 64 pagine di disegni a inchiostro e 15 poesie.
I disegni, spesso poco più che delle macchie multiformi, videoproiettati sulla parete di fondo del palco, costituiscono per i danzatori e le danzatrici il riferimento visivo di un alfabeto coreutico: la coreografia chiede loro di restituire con la danza la forma o l'energia che il disegno evoca, con ritmo serrato, sottolineato da una musica martellante che non lascia loro tregua, mentre le poesie sono più semplicemente declamate al microfono, riassemblate in un discorso continuo.
Una trascrizione per danza di un'altra forma artistica che costituisce un vero tour de force per chi la interpreta ma che risulta, per chi le vede, un poco ripetitiva perché questa partitura non riesce a farsi discorso ma rimane emulazione di una forma pitto-coreo-grafica fine a se stessa che non sa andare al di là della datità performativa del segno grafico restituito.