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IL CASTELLO - TRITTICO

Il castello

Il castello

Cultore appassionato dello scrittore ceco, Barberio Corsetti s’è più volte misurato, in passato, con testi di Kafka. Con Il castello, romanzo incompiuto dello scrittore praghese, il regista romano torna su un testo già rappresentato nel 1995 a Rennes al Théâtre National de Bretagne.
La messinscena, qui, appare totalmente rinnovata e se nel ‘95 l’allestimento era concepito su un unico spazio, in questo caso lo spettacolo è pensato come una performance itinerante in cui è lo stesso regista che accompagna e guida lo spettatore attraverso le differenti ambientazioni. Scenografie spoglie, oggetti poveri, materiali di riciclo, quinte completamente a vista accolgono il pubblico che scena dopo scena, set dopo set segue e si interessa alle vicende del protagonista, l’agrimensore Signor K (nome dietro il quale si cela lo stesso autore) che, invitato ad offrire la sua opera presso il Conte di un non precisato castello, si troverà nella spiacevole condizione di non riuscire mai ad incontrare il suo committente.
Complici di questa condizione alquanto paradossale, gli abitanti diffidenti, meschini e bugiardi del borgo che circonda il castello.  Lo spettacolo si snoda  e si costruisce attraverso le vicende bislacche che il Signor K vivrà dall’arrivo al villaggio presso la locanda alla conquista e alla perdita di un’instabile posizione, agli incontri con gli abitanti del villaggio, agli ambigui emissari del castello. Il senso di precarietà e disorientamento che permea tutta la vicenda e i suoi protagonista è ben sottolineato da un’ambientazione fatta a tappe e dall’utilizzo di cartoni modulabili, assi di legno sbilenche pronte a dar vita ai vari ambienti del racconto.
Presente, anche se in misura alquanto ridotta rispetto alla tradizione corsettiana, l’utilizzo di immagini video che avrebbero probabilmente reso lo spettacolo meno prolisso e molto più dinamico. Nell’insieme lo spettacolo trasmette un senso di incompiutezza e frantumazione che crea un’inevitabile calo di tensione sul piano narrativo. Un cast versatile nell’abile cambio di ruoli, da segnalare in modo particolare l’abilità di Julien Lambert, ma che tuttavia non convince del tutto.

Visto il 09-02-2012
al Fonderie Limone di Moncalieri (TO)