A distanza di un anno il "Don Giovanni" torna a risplendere sul palco del Franco Parenti: scene arricchite da ricercati contrasti cromatici ed esaltate da una illuminotecnica ispirata alle atmosfere del kubrickiano "Arancia meccanica"
Timi conquista la scena con ironica eleganza e piglio da capo compagnia: autorevole e divertito dalle continue incursioni meta teatrali nella finzione scenica.
Successo di pubblico, garantito, per una lettura "work in progress" del mito del seduttore per eccellenza: ogni volta sempre diverso, (più acuto) poiché segue le tappe di maturazione del proprio autore e regista.
Le inclinazioni che vanno da cuore a cuore provocano dolore
"Esistere per sedurre e conquistare" ... è dunque questo il motto e la missione di Don Giovanni? Un destino di perdizione che tuttavia racchiude anche un piacere segreto. L'anima del "peccatore e' carica di colpe e la strada da percorrere, gia' segnata. Chiara su tutto, e' la rassegnazione con la quale Don Giovanni accetta la discesa (finale in chiave rock) negli inferi. Un inferno personale e dominato dalle donne: visione auto indulgente e vagamente felliniana; palese evocazione di un'altra figura di seduttore, immortalata da Bergman, "Nell'occhio del diavolo"
Il dolore, le sofferenze che portano alla rottura dei rapporti hanno una ragione d'essere. Solo dal tumulto delle passioni, provocate dal seduttore, è possibile far germogliare una visione più chiara di se stessi dei propri limiti. Timi & Co accompagnano, con humour, lo spettatore in un viaggio attraverso le infinite declinazioni del cuore. Riscrittura garbatamente ironica che rivela una "lezione di pragmatismo": la conquista della "leggerezza" implica il sacrificio, continuo, di una parte di se'.
Compagni d'avventura
Anche quest'anno ritroviamo in compagnia gli amici di sempre. Ensemble d'interpreti capaci di seguire le mille variazioni e i "capricci" creativi di Timi con spigliatezza e gusto per lo scherzo : Lucia Mascino attesa e da sempre immancabile compagna di palco; Elena Lietti, quest'anno sbocciata ed interprete più forte e consapevole in scena. Ed altri ancora. Recitare si traduce in inglese con "to play" e questo e' Don Giovanni: il magnifico quanto complesso giocattolo creato per lo spasso della compagnia e del pubblico.
Una festa da godere anche per lo sguardo: negli splendidi e originalissimi costumi in grado di svelare un "don giovanni" al di fuori di ogni convenzione estetica: tra eccessi cromatici in stile anni 50 declinati in una visione dissacrante delle passioni erotiche.
Sold out, pubblico in delirio e ammaliato: innumerevoli gli applausi a scena aperta.
Spettacolo consigliato ad una tipologia di spettatore partecipe, creativo e curioso, astenersi se: bacchettoni e puristi.