Prosa
IL GIOCO DELL'AMORE E DEL CASO

Marivaux asso di cuori

Marivaux asso di cuori

Riprende il leit-motiv della scenografia la locandina di questa ennesima versione di una delle commedie più conosciute ed universali di Marivaux, Il gioco dell’amore e del caso, incastonando tutti i suoi protagonisti in altrettante figure di carte, rigorosamente di cuori. L’ “innamoramento” è infatti il fulcro di questa pièce del 1729 in cui l’autore immagina un gioco delle parti dove padroni e servi si scambiano i ruoli per meglio studiare i reciproci spasimanti, con il solo risultato di complicare ulteriormente sentimenti e relazioni. Il travestimento infatti porta Dorante e Silvia ad innamorarsi, ma sotto mentite spoglie, come sarà per i loro servi, Lisetta e Borgognone, che si credono l’un l’altra gran signori. È un travestimento che gioca dunque sulle situazioni, come sulle parole, e sulle verità taciute e mascherate, fino allo scioglimento finale, ma la modernità di Marivaux è proprio in quel gioco sottile di intenzioni e dichiarazioni che non dà nulla per scontato fino alla fine. Borgognone, dietro i suoi modi chiassosi e triviali, non è meno sincero del furbo Dorante, ma non è la equiparazione sociale che interessa l’autore, figlio del suo tempo, quanto l’equità dei sentimenti e in questo la commedia si rivela un gioiello tra dialoghi ed equivoci continui, dove spicca l’astuzia della padrona Silvia, ma anche l’arguzia e la vivacità di Lisetta, che come la sua padrona, coronerà con il suo Borgognone un sogno d’amore inatteso.
Non dunque sulla scenografia, spoglia e minimalista se non per quel richiamo continuo alle carte da gioco e alla sovranità dell’Amore, ma sui dialoghi, sulla rapidità e sulla naturalezza della recitazione punta la regia di Francesco Maria Di Pinto, che si concede un compassato cameo nei panni del fratello di Silvia, Mario. Un’operazione che gli riesce a metà, in quanto qualche incertezza e lentezza di ritmo si fa sentire in un gioco recitativo sostenuto con onestà ed impegno da tutti gli interpreti (spiccano le buone prove del trascinante Borgognone di Ruggero Forniti e della simpatica Lisetta di Natascia Nitti), che tuttavia devono confrontarsi con il non facile universo marivaudiano, costellato di sottigliezze galanti a metà tra ironia, velocità e sensualità, non sempre colte appieno.

Visto il 27-12-2010
al Trastevere di Roma (RM)