La commedia “Il piatto forte” – in scena al Teatro dei Servi fino al 27 maggio - è la storia di “amici serpenti”. Un gruppo di amici si ritrova assieme, ben due anni dopo, per la cena di compleanno di una di loro… al momento della torta (il piatto forte), dello spegnimento delle candeline, emergono i “veleni” (tradimenti, gelosie, rancori).
Una commedia divertente in cui si ride molto ma anche si riflette perché carica di simbolismi. Il primo dei quali è dato dal colore arancione (ogni protagonista indossa qualcosa di questo colore). Per i buddisti è – vien da riflettere – il colore del distacco dalle passioni terrene (e sono proprio questa che hanno sfaldato il gruppo).
Il secondo simbolismo è dato dallo specchio che viene calato al momento della cena, quando sono tutti seduti attorno al tavolo. Permette agli spettatori di osservare anche i volti dei commensali che sono di spalle alla platea. Viene poi sceso nel finale con tutti gli attori schierati a guardare se stessi; come dire prima di accusare gli altri, guardati dentro (direbbero i cristiani, chi è senza peccato scagli la prima pietra).
Nel viaggio dei simboli di questo spettacolo c’è anche il richiamo a Michael Jackson del suo più celebre disco “Thriller” del 1982. L’album più venduto al mondo, del celebre ballo moonwalk, del video che era un vero e proprio film. Un evento che cambiò del tutto la scena della musica pop e, in un certo senso, del pubblico.
La prima parte della commedia è composta da una divertente sequenza di sedute psicanalitiche… le varie coppie sono viste nelle loro camere da letto, ognuna con i suoi problemi, vizi, insoddisfazioni…
Al termine della cena, in attesa della torta, tutti i protagonisti si ritrovano a parlare accoppiati… quello stesso momento è analizzato ponendo sotto i riflettori le varie coppie di amici, ascoltando i loro discorsi particolari, senza perdere di vista la scena complessiva.
Il tutto è affrontato in modo leggero, divertente, sarcastico, ma sarebbe limitante dire che questa è una commedia solo di svago. Dietro le battute, ed il moonwalk, c’è la vita.
Un plauso all’autrice del testo Giulia Ricciardi ma anche al regista (e co-protagonista) Patrizio Cigliano per l’allestimento di questo testo. Molto bravi tutti gli attori, volti noti del teatro, ma non solo, che danno spessore ai loro personaggi, portandoli fino all’eccesso, caricature spassose.
Divertimento nel divertimento in sala: scoprire l’oggetto arancione che ha con sé ciascuno degli interpreti.