Danza
IL PIPISTRELLO

L’AMORE E’ PER SEMPRE Sono…

L’AMORE E’ PER SEMPRE

Sono…
L’AMORE E’ PER SEMPRE Sono molte le ragioni per cui questo balletto, che sarebbe potuto restare un semplice e gradevole divertissement, rappresenta invece qualcosa di indimenticabile. Creato nel 1979 per Zizi Jeanmaire e Denis Ganio, la trama generale dell’operetta di Strauss è rispettata, se non proprio alla lettera, almeno nello spirito; infatti il coreografo è stato in grado di cogliere l’essenziale di ciò che dà vita ai personaggi e racconta la loro storia in modo tanto conciso quanto efficace. La vicenda è lineare: Bella, madre di famiglia buona e gentile, è sposata con il fascinoso Johann e corteggiata con discrezione da Ulrich, amico di famiglia, ma si affligge vedendo che il marito la notte si trasforma in pipistrello e sparisce, gli spuntano le ali e letteralmente vola via verso i luoghi di piacere della città. Aiutata da Ulrich, Bella si trasforma a sua volta in una meravigliosa “bella di notte”, lo segue coperta da un mantello nero (il “pipistrello” del titolo, quello stesso con cui nella versione originale si traveste Johann) nei suoi spostamenti notturni e seduce Johann che in questa nuova veste non la riconosce, ma riesce a risvegliarne la gelosia. Bella ritrova il marito nella prigione dove lo hanno condotto le sue scappatelle e lì taglia le ali al pipistrello con le forbici che il malizioso Ulrich le aveva regalato nel primo atto. Tutto così rientra nell’ordine coniugale, Johann torna a casa ed è amorevole ed affettuoso con Bella, che gli fa calzare le domestiche pantofole. Roland Petit struttura la sua coreografia in modo classico, alternando ensembles, soli e pas de deux in un linguaggio in cui la più pura danza accademica (trasformata in una modernità spesso ardita senza tuttavia mai tradirla) si mescola con qualche elemento di music-hall, giungendo a un risultato vivace, elegante e preciso. Non di meno, dà ampio spazio a trovate decisamente comiche nel tessuto narrativo. Alessandra Ferri ben si adatta sia al carattere scherzoso e arguto di Bella sia alla tecnica “di gambe”, riuscendo a delineare, dietro l’apparenza festaiola, il cuore dell’opera e le sue implicazioni più profonde, nelle trasformazioni del suo personaggio, scena dopo scena. La Ferri ha i necessari tecnica e humour che le permettono di incarnare la borghese prima dimessa e poi vamp di questo Pipistrello. Accanto a lei Johann, perfetto dandy, ha la bellezza, il superbo portamento e lo stile di danza brillante e poetico al tempo stesso di Robert Tewsley, con quei baffetti alla Clark Gable che lo rendono irresistibile. Ulrich è l’effervescente Vittorio D’Amato, discreto e con movenze da music-hall, vero motore dell’azione, che si esibisce in gag mimiche e delinea il ruolo di seduttore innamorato, gentile e un po’ mago che rimane nel cuore degli spettatori: innamorato di Bella, non ci pensa due volte e la aiuta a riconquistarsi il marito, preferendo la felicità di lei alla propria. All’altezza del ruolo anche il convincente Mick Zeni, solista nella csarda del secondo atto e la divertentissima cameriera, da sola uno spettacolo nello spettacolo. Bravi e ben caratterizzati anche i tre camerieri del locale, così simili (eppure diversi) ai tre jokers dello Schiaccianoci di Nureyev. Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala diretta con precisione da David Garforth. Indimenticabile il lungo pas de deux della prigione, una teoria di figure acrobatiche ma leggere come tele di ragno, dolci, inattese, su un lavorio di punte e braccia di magica raffinatezza, un momento di poesia strana, di profonda affettività, di intimità e comunione di anime, un momento lontano da inutili effetti spettacolari a vantaggio di una poesia intima emozionante. Indimenticabile il valzer celeberrimo, che alla fine chiude il balletto con un confortante happy end, l’amore che dura per sempre. Con questo ci chiude la stagione scaligera della danza, perché il corpo di ballo è in partenza con il “Sogno di una notte di mezza estate” per la Cina, una trasferta lunga, impegnativa ma prestigiosissima. Visto a Milano, teatro alla Scala, l’8 settembre 2006
Visto il
al Teatro Alla Scala di Milano (MI)