Prosa
LA MISTERIOSA SCOMPARSA DI W

Decisamente una buonissima interpretazione: Ambra strappa applausi

Decisamente una buonissima interpretazione: Ambra strappa applausi

Uno sfondo bianco dalle mille pieghe, conigli bianchi dagli occhi rossi, filiformi neon bianchi e stranissimi cubi dello stesso colore. Poi una donna scalza, dal candido vestito color latte e con una buffa acconciatura a raccogliere dei capelli rosso fuoco, passeggia stranita in lungo e in largo su un palco completamente bianco.

Ambra Angiolini interpreta V, una donna dal curioso nome, nata in maniera funambolica e che curiosamente è rimasta sola: sfuma l’amicizia con Wilma, rompe con l’amato Wolmer, il coniglietto Walter scompare e persino nonno Wilfredo viene a mancare. E anche V perde il suo equilibrio mentale. La protagonista ripercorre in maniera concitata e introspettiva la sua particolare vita. Fino a rendersi conto, sempre più, di essere alla ricerca del suo pezzo mancante: W.

Comica quanto folle, cerca e ricerca il suo tutto. In maniera ossessiva V è intenzionata a trovare W. In un lungo monologo, V si interroga così sul senso di infelicità e incompletezza che la opprime e la schiaccia. Talvolta in maniera ridicola, talvolta in maniera dolorosa, la donna analizza la sua vita al limite del paradosso. Fino a una rossa pioggia finale che rompe la dittatura del bianco.

La misteriosa scomparsa di W è una rappresentazione teatrale nata dalla dissacrante penna di Stefano Benni. Sorprendente, ricco di accadimenti paradossali e inaspettati, è un’intelligente riflessione sulla solitudine e sulla felicità.

Ambra Angiolini si mette alla prova con un rappresentazione piuttosto complessa riuscendo a strappare applausi e spontanee risate. Un’incessantemente monologo, un flusso ininterrotto di aneddoti paradossali e metafore eteree che raccontano la frustrazione di V. Senza quasi mai riprender fiato, cambia ritmo e intonazione per enfatizzare lo stupore, la rabbia e i sentimenti della protagonista che mette a nudo la sua vita. La gestualità e l’espressività tipica del suo volto, concretizzano le parole di Benni.

Decisamente una buonissima interpretazione con un testo che, forse e a tratti, può risultare allo spettatore un po’ confuso, ma è proprio questo uno dei messaggi di Benni: raccontare una vita qualsiasi, la vita di tutti e di come ogni vita può essere confusa e ricca di momenti soggettivamente significanti, per chi racconta, e allo stesso tempo paradossali e marginali per chi ascolta.

Visto il 18-04-2015