Jesi, teatro Pergolesi
LA VENDETTA DELLA VECCHIA SIGNORA
Friedrich Durrenmatt rimane uno dei più lucidi e profondi osservatori del mondo contemporaneo. Egli ha indicato con energia, tanto nella vasta produzione teatrale quanto nell’opera narrativa, i pericoli dell’alienazione provocata dal benessere, dalla società dei consumi, dallo sviluppo spersonalizzante dei mass-media. Lontane dall’ottimismo positivista e da uno schematismo manicheo con garanzia di lieto fine, le trame dell’autore svizzero non solo non si reggono più su ingenue certezze, ma sono sinistri e crudeli specchi di un mondo che cela violenza, arbitrio, perversità, appena sotto una apparentemente tranquilla superficie: il “male” non è delimitabile, né circoscrivibile, né tanto meno espurgabile, coperto da ottuse ed inerti complicità di massa.
La visita della vecchia signora, del 1956, resta uno dei drammi più significativi del secondo dopoguerra. Dietro un motivo apparentemente banale si cela una feroce e spietata analisi della giustizia, intesa come sistema reale e ideale. Terribile, nella sua fatale inesorabilità (quasi un racconto della mitologia classica), risulta la paradossale vicenda di Claire Zachanassian, anziana multimiliardaria, tenacemente aggrappata alla disperata speranza di sopravvivere alla propria morte, che torna al suo piccolo paese natale annientato da una pesante crisi economica, dove viene attesa come un deus ex machina, un’entità salvifica capace di risolvere tutti i problemi. Qui, al suo arrivo alla stazione, promette subito di elargire alla città ed agli abitanti una somma esorbitante di denaro, ma in cambio vuole “comprarsi la giustizia”: pretende la vita dell’uomo che da ragazzina l’aveva messa incinta e poi abbandonata. Ciò le aveva rovinato la vita, ma soprattutto Claire non era riuscita ad accettare che l’uomo aveva vinto, grazie a falsi testimoni, il processo conseguente alla sua denuncia, costringendola a fuggire ed a divenire una prostituta. Il meccanismo si compie in pratica automaticamente: all’inizio gli abitanti del paese si schierano sdegnati dalla parte dell’oramai anziano bottegaio, poi si rassegnano all’idea e, con naturalezza, accettano la necessità dell’atto quasi catartico, mentre Claire aspetta con pazienza e tenacia al balcone dell’albergo o passeggiando.
Armando Pugliese è autore di una messa in scena secondo i canoni della poetica di Brecht, facendone una sorta di grottesco varietà in cui si percepisce un forte senso di straniamento. Bella l’idea di tradurre la progressiva accettazione della necessità di sacrificare la vittima con il passare gradualmente da abiti grigi ad altri sempre più colorati, simili a quelli della vecchia signora e del suo clownesco seguito, a cominciare dalle scarpe gialle che pian piano tutti i paesani indossano, compreso il sindaco ed il parroco. Efficace il continuo cambio di scene, ottenuto modificando elementi che ruotano su se stessi oppure vanno e vengono dietro le quinte, fatto che imprime all’allestimento un notevole ritmo. Su un numerosissimo cast spicca la bravissima Isa Danieli: le sue azioni sono mosse da un nero, erinnico furore vendicativo (si scopre che lei è la proprietaria di tutto il paese, industrie e case, e che ha causato lei stessa la micidiale crisi economica, per poi avere in pugno i suoi abitanti; si scopre anche che ha rintracciato all’estero, fatto castrare ed accecare i due falsi testimoni del processo e che si è comportata da tiranna con i suoi nove mariti), mentre il suo atteggiamento è surreale, stralunato, profondamente nostalgico: Claire vive nel perenne ricordo del passato perduto ed infatti lo spettacolo si conclude, dopo l’esecuzione dell’antico amante, con il suo apparire in scena vestita da marinaretta e con le trecce rosse, come a diciassette anni, nell’illusione che il tempo non sia trascorso, grazie all’omicidio riparatore. Il testo fa paura ancora oggi, agghiacciante nelle sue ineluttabilità ed attualità. La visita della vecchia signora ha meritatamente vinto il Premio Nazionale della Critica 2004 come migliore spettacolo teatrale dell’anno ed Isa Danieli il premio ETI 2004 come migliore attrice di teatro.
FRANCESCO RAPACCIONI
Visto a Jesi, teatro Pergolesi, il 16 gennaio 2005.
Visto il
al
Manzoni
di Milano
(MI)