Prosa
LIBRI DA ARDERE

Libri per riflettere, non da ardere

Libri per riflettere, non da ardere

Brillante e divertente, leggera e culturale, piacevole rappresentazione sicuramente in grado di risvegliare domande e riflessioni tra gli spettatori.

‘La guerra non ti ha proprio insegnato nulla?’, si sente risuonare retoricamente più volte dal sobrio palco del Teatro, bianco circondato dalle mura nere. E’ in scena Libri da ardere, l’unico dramma teatrale della scrittrice belga Amélie Nothomb.

Una città al secondo inverno di guerra, stretta in un assedio asfissiante. Una rinomata università, ormai semidistrutta dalle bombe, un tempo arricchita di una brillante vita culturale e divenuta ormai solo un lontano ricordo. L’incessante bombardamento, le esplosioni degli ordigni, gli invasori, l’incertezza del domani, l’apatica rassegnazione, il freddo, la morte. Sono tutti questi elementi a fare da contorno alla vicenda che coinvolge tre personaggi costretti a fare i conti con una realtà agghiacciante.

La piéce è ambientata nella casa di un professore di letteratura (Elio De Capitani) che ospita il suo assistente Daniel (Corrado Accordino) e Marina (Elena Russo Arman), ragazza all’ultimo anno di letteratura, allieva del professore e fidanzata di turno Daniel.

L’equilibrio della solidale convivenza fra l’ironico professore, lucido e ottimista, e il suo sarcastico assistente, a tratti cinico e pessimista, è presto interrotto da un’esile figura. Marina, isterica e disillusa, è costretta dagli eventi a trasferirsi con i due uomini. I protagonisti, tutti insieme, dovranno presto, però, affrontare un nuovo problema: il freddo. Giovane, magra, perennemente semiassiderata, è Marina a soffrire di più. Se per il professore resistere alla guerra significa cercare di portare avanti la quotidianità prebellica, per la ragazza, invece, significa combattere una personale battaglia per riscaldarsi. ‘L’inferno è il freddo”, ripeterà spesso la giovane, quasi ossessionata. Sarà proprio lei a proporre ai due coinquilini l’inaccettabile: bruciare i libri della biblioteca del professore per scaldarsi.

Ciò che inizialmente rappresenta quasi un gioco intellettuale di distinguo fra buona e cattiva letteratura, col bruciare dei romanzi contribuisce progressivamente alla parallela degenerazione dei rapporti umani, ad un escalation violenta, diventando così uno spietato modo di sopravvivere fino alla fiammata finale.

L’appassionante rappresentazione, con l’arguta regia di Cristina Crippa e messa in scena da un affiatato trio di attori, ad ogni battuta riesce a strappare risate convinte al pubblico presente. L’interpretazione di De Capitani, totalmente immedesimato nel personaggio, è naturale e divertente, mentre il temperamento della Russo Arman e lo scetticismo di Accordino sono indispensabili per la riuscita di quest’opera teatrale. Infine, le musiche di Jean-Christophe Potvin si rivelano un perfetto accompagnamento ed un ottimo completamento dell’opera.
Apprezzabile anche la scelta della regista di alternare al discorso diretto fra i protagonisti alcune brevi narrazioni in terza persona riguardanti l’attore stesso, sottolineando, così, scene chiave della piéce.

Brillante e divertente, leggera e culturale, piacevole rappresentazione sicuramente in grado di risvegliare domande e riflessioni tra gli spettatori.

Visto il 10-01-2009
al Filodrammatici di Milano (MI)