In un atmosfera di inquietante alterazione della realtà va in scena la distruzione di una mente debole. E' una vera e propria discesa agli inferi quella che vive Trelkovsky, protagonista del testo, che lo vede cadere sempre più in basso in una spirale di paranoia fino ad incontrare faccia a faccia i suoi vicini-mostri. Non si tratta di una mostruosità palese, bensì di quella sottaciuta oscurità – ancora più destabilizzante – che nella realtà si può trovare in persone apparentemente normali, ma che nascondono nel loro animo nevrosi e meschinità profonde.
Trelkovsky è in balia di donne isteriche, amici insensibili e superficiali, dirimpettai intolleranti e di un padrone di casa dal sapore faustiano. Ed in effetti la figura che più si avvicina ad un abitante infernale è certamente quella del Signor Zy, che, nella sua melliflua disumanità, sembra sempre essere sul punto di proporre un mefistofelico patto alla sua povera vittima.
La (forse un po' troppo repentina) perdita di sanità mentale del protagonista è narrata come un orribile giostra dalla quale a Trelkovsky non è permesso di scendere, seppure vi si opponga con tutto il suo essere, in una spaventosa escalation di distaccamento dalla realtà. La sua trasformazione in Simonetta Choule è quasi un racconto nel racconto, che evoca scenari di disperazione e solitudine.
Questa atmosfera di allucinazione è fortemente aiutata dalla scenografia: l'intera azione, compresi le transizioni spaziali, avvengono sempre all'interno della stanza di Trelkovsky, attraverso un brillante uso degli oggetti di scena, sui quali spicca l'ingegnosa invenzione della porta dell'appartamento, che si trasforma quasi in una macchina di tortura per il protagonista.
Un testo certamente non facile, che subisce forse il fatto di non essere stato pensato in origine per il palcoscenico. La lettura di Autelli si concentra sull'alienazione nei rapporti umani, che ha escluso ogni possibilità di convivenza costruttiva ed ha invece lasciato il posto alla legge del più forte, destinata inevitabilmente a schiacciare gli individui più deboli, come Trelkovsky.