Moloch è una proposta personale e interiore di Roberto Risica che approda alla scena dal versante lirico della poesia allestendo uno spettacolo che declina alcuni versi, suoi e altrui, con delle immagini tra l'onirico e la rievocazione elegiaca dove si raccontano, rielaborandole, parti intime di un proprio sentire che arriva sulla scena per una urgenza sotterranea schietta e affrancata da ogni narcisismo.
Il discorso intrapreso da Risica nel suo spettacolo non cerca comunanze o rispecchiamenti con il pubblico e non indulge nemmeno nella affabulazione, nonostante la saltuaria sovrabbondanza di testo rispetto le azioni performative.
L'afflato lirico di Risica è sincero e onesto, e, per questo, non è "giudicabile".
I sentimenti che esprime, quel senso di inadeguatezza alla vita, la velleità frustrata di una vita altra e diversa che non si è potuto avere, sono temi sicuramente noti e già percorsi ma non per questo triti o affettati.
Sono suggestioni che funzionano più come lacerti lirici che come testi narrativi sui quali far entrare in sinergia i vari quadri ognuno dei quali ha una sua autonomia performativa, che non sempre trovano sostegno o sponda nelle parole di Risica (da lui interpretate con buona efficacia, restituite in registrazione) che finiscono per sovrapporsi alla performance in una sovrabbondanza di senso dove la parola finisce quasi smepre per prevalere.
Una maggiore frammentazione dei testi, più diluiti e meno concentrati in una sequenza narrativa li avrebbe sottratti a quell'inevitabile effetto centripeto che attira sulla discorsività l'attenzione del pubblico distogliendolo da quello che accade
sulla scena, che rimane la cosa più interessante dell'allestimento.
Che si tratti del giovane, bellissimo Massimiliano Frateschi che si specchia dinanzi la platea affrontandone lo sguardo diretto con quell'intimità di chi sta rimirando la propria immagine riflessa, vestendosi di tutto punto secondo l'abito borghese della giacca e cravatta - mentre i versi recitati da risica alludono a orizzonti esistenziali altri che non sono stati - per poi tornare bambino mangiando goloso un dolce, seduto a un tavolo enorme le cui proporzioni lo fanno rimpicciolire mentre la sedia particolarmente alta gli fa ciondolare le gambe come un bambino nel seggiolone, o delle conturbanti Alessandra Angelucci e Sabrina Broso, legate da un laccio rosso che le vede alternarsi nella conduzione di una danza che l'una esegue e l'altra segue - mentre risica descrive il rapporto di un figlio con la madre morente - o la danza di spensierata complicità di Teodora Grano e Alessandro Lanza che aprono e chiudono lo spettacolo (prima del finale in cui tornano tutti e tutte a bordo di un carrello per la spesa da supermarket), i quadri allestiti da Risica hanno molta più autonomia drammaturgica di quanto gli interventi dei testi lirici presumano.
Unico intervento recitato sulla scena è quello di Risica che, nei panni muliebri di una presenza femminile, a metà tra l'incarnazione dell'Italia e quella di una cassiera di supermarket col vestito dai colori sgargianti, rintuzza l'altra sponda tematica dello spettacolo, quel Moloch che costituisce la seconda parte del celebre Urlo di Ginsberg nella quale il poeta statunitense addita severo il Governo statunitense.
Nel Moloch di Risica l'unica risposta che la società sembra dare al discomfort esistenziale di un'anima solitaria sembra essere quella dei consigli per gli acquisti di un consumismo che rende l'essere umano e i suoi sentimenti una merce.
Un j'accuse lirico, personale, individuale e intimo che nel suo afflato poetico non parte da una urgenza politica ma trova soddisfazione e ragione d'esistere come lamentazione del singolo, come pura espressione di una difficoltà che ancora non trova una sua progettualità di reazione, di resistenza, trovando la sua piena realizzazione nella mera autoespressione.
Questa caratteristica costituisce al contempo l'elemento di interesse e il limite del lavoro proposto alla Casa delle Culture di Roma..
Prosa
MOLOCH - O DELLA FRAGILITà
Una sovrabbondanza di testo che sacrifica il resto
Visto il
19-10-2013
al
Casa delle Culture
di Roma
(RM)